Pagina:De Lorenzo - Sciotel - Vicende della colonia del Padre Stella e progetto per restaurarla, Napoli 1887.pdf/65

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alcun conto delle loro insolenze, e con molta filantropia, replicai a loro insistentemente che provvedessero subito, perchè l’edifizio era proprio per rovinare. Eglino non mi dettero ascolto; dodici ore dopo parte del palazzo crollava, il resto veniva prontamente puntellato e l’indomani io ripartiva per l’alto Egitto.

Questo fatto, come dissi innanzi, destò gran rumore in tutto il Cairo, e dimostrò chiarissimamente che, se io non era un Michelangelo Buonarroti, un Leonardo da Vinci, non era però ignorante o novizio nell’arte mia.

5. L’importanza adunque del mio progetto, sia che si considerasse dall’aspetto economico, sia dall’artistico, e l’essere io ben conosciuto in Egitto per gli altri miei lavori, mi faceva sperare che sarei facilmente riuscito nel mio intento. E, per riuscire con più facilità, pensai di completare il lavoro, presentando anche un altro importantissimo progetto per la Piazza del Faggala, che dovea costruirsi all’un dei capi della innanzi detta Strada, e propriamente dalla parte della Ferrovia. Ma fu tutto inutile; il mio progetto, benchè ottenesse continuate ed entusiastiche approvazioni dai più eminenti personaggi, pure non ebbe l’onore di pervenire alle mani di S. Altezza.

Nè è a credere che io sia stato con le mani in mano, e nulla abbia fatto per veder-