Pagina:De Marchi - Demetrio Pianelli, 1915.djvu/248

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di far ridere Beatrice sul conto di quel bellissimo suo cognato in redingotto. Dio, che bellezza!....

Beatrice una volta le fece segno di finirla. La diavolessa s’inginocchiò in terra e si raccolse in una fervida preghiera.

Il Signore stava per discendere in mezzo agli innocenti.

I ragazzi del coro cominciarono un soave: O sacrum convivium, a sole voci, che richiamò la mente di Demetrio dalle strane divagazioni in cui cominciava a perdersi.

Stese in terra il suo fazzoletto di cotone, fresco di bucato, s’inginocchiò e strinse l’anima sua a pensieri più casti e religiosi.

«C’è una grande Provvidenza al di sopra delle nostre tegole, delle nostre miserie e della nostra presunzione, e soltanto chi la nega è indegno di meritarsela.

È questa fede nella forza superiore che sorregge il povero zoppo nel momento che perde il suo bastone, che trae a riva il naufrago nell’atto che la sua barca sta per affondare, che versa la consolazione nella lampada del cuore.

Tu fa il bene per il bene e lascia che Dio aggiusti il conto. Dio è un ricco cassiere che non scappa mai.

Non è l’arte del saper vivere che fa, ma il viver bene, anche sbagliando.