Pagina:De Roberto - Gli amori.djvu/17

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la muta comunione 7

naturalmente entrambi pensarono di potere, anzi di dover tradire a propria volta; talchè, come sempre accade, ciò che era dapprima ingiusta imaginazione divenne tosto ingrata realtà. Egli amò un’altra donna, ella un altro uomo. Persuasi d’aver ricevuto un torto, il torto estremo, non si videro più. I loro nuovi amori finirono rapidamente, ma essi continuarono ad evitarsi.

Un giorno, impensatamente, s’incontrarono, per la via. Mentre egli scantonava, ella gli apparve dinanzi: i loro sguardi s’incrociarono un istante. E allora, tumultuariamente, le sopite memorie si ridestarono nel cuore di lui. Aveva più d’una volta pensato a lei, ma con un sentimento torbido, fatto di rancore e di sdegno; ora, a un tratto, per averla guardata negli occhi, tutte le dolcezze antiche gli rifluivano al cuore... Come s’erano amati! Era possibile dimenticare quella passione? Credeva d’averla dimenticata, aveva voluto cancellarne i ricordi; ed ecco che risorgevano, immortali!... Da quel punto egli non visse più della vita reale; le impressioni del presente si perderono nella continua evocazione d’un passato non tanto passato come pareva. Perchè, infatti, i sentimenti muoiono forse proprio come gli esseri, per non più rinascere? E si può mai ricordare un affetto senza ancora in certa guisa provarlo? Quando noi non lo comprendiamo più abbiamo un bel tentare di evocarne la memoria: essa ci sfugge. Rammenteremo bensì le circostanze concomitanti, le condizioni esteriori: penseremo a un nome, rivedremo una imagine; ma il moto dell’anima, ma il cordiale turbamento non si ridestano, anzi sono così ribelli al nostro sforzo che noi neghiamo perfino d’averli provati mai. E invece egli sentiva il cuore battergli in petto, al pensiero di lei, come la prima volta che l’aveva veduta. E non sapeva far altro che chiudersi in casa, rileggere le sue lettere, rivedere le reliquie del perduto amore, ricordare i tramontati giorni felici. E a poco a poco l’assiduità di quelle appassionate cogitazioni produsse in lui un mirifico inganno: gli parve che il tempo trascorso dalla rottura, tutto il triste tempo della nuova sterile prova e della solitudine