Pagina:De Roberto - Spasimo.djvu/138

Da Wikisource.
126 spasimo

può amare e un giorno amerà un altro? Se tu m’abbandoni quando non t’amo più, te ne sono grato; se mi tradisci quando ti amo ancora, ti uccido. Fa altrettanto tu stessa. Il diritto mio è uguale al tuo. Così fanno tutti gli uomini, a dispetto dei codici stolti e delle ipocrite predicazioni. L’anarchia che noi vogliamo instaurare è già nei costumi; ma è ancora anarchia nel senso vostro, cioè come disconoscimento e lesione della legge. Bisogna invece che sia conformazione alla legge naturale, uniformazione cosciente all’istinto vitale; fuori di qui non c’è altro.»

«Non dimentico nulla. Queste sono state le sue precise parole. Egli ha ragione. Fuori di qui non c’è altro....»

E il Ferpierre, nonostante la sua lunga assuefazione allo spettacolo del dolore, si sentiva commuovere pensando come dovesse essere amaro lo strazio della credente. Per trascrivere quelle parole ciascuna delle quali doveva offenderla come un insulto e spaventarla come una bestemmia, per riconoscere che Zakunine aveva ragione, bisognava che ella si condannasse senza più scusa, che si giudicasse perduta senza più speranza. Ella doveva ora riconoscere che l’illusione di redimere un’anima e la fiducia di fare del bene erano stati semplici pretesti: che nell’amor loro, che in tutti gli amori, che in tutta la vita nessun’altra voce