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sarà passibile di pena? Per un figlio, per uno sposo morire con la sposa e col genitore è una colpa? Questa bellezza è condannata? Se io fossi morta col padre mio!

«Pregare Iddio di darci la morte, aspettarla come una liberazione, desiderarla come un premio, non è quasi come darsela? La distanza che separa la vocazione ardente dall’atto è poi così grande? Se l’atto è colpevole, la supplice intenzione come potrà essere acconsentita?...

«Non dovrei aspettar molto, già l’opera di distruzione è avanzata; il dolore morde più acutamente il mio petto. Ma ogni giorno, ogni ora che passa mi è troppo grave.

«Vi sono coincidenze che sembrano avvertimenti, consigli, complicità del destino. Perchè ho avuto l’arma, proprio quando ne sentivo la mancanza?...»

Tutti questi passaggi dove l’infelice discuteva tra sè il problema del suicidio dimostravano come solo nella morte oramai ella potesse sperare. A un punto ella trascriveva una sentenza letta in un libro:

«Io sono obbligato di seguire le leggi quando vivo sotto di esse; ma quando ne vivo fuori possono ancora legarmi?» (Montesquieu).

Questo giudizio aveva dovuto sembrarle singolarmente adatto alla propria situazione. Nonostante tutti i suoi contrarii ragionamenti, ella do-