Pagina:De Roberto - Spasimo.djvu/225

Da Wikisource.

la confessione 213

Bisognava tornare ad ammettere senz’altro che, amando la Natzichev, o meglio avendola presa con sè per allungare la lista delle sue fortune galanti, il principe non avesse del tutto dimenticata la contessa, o che sentisse ridestarsi l’amor suo per lei nel punto stesso che la vedeva presa da un altro. La sicura possessione di un bene non genera tanta stanchezza, che il bene è presto sdegnato; e perchè torni ad essere caro non basta talvolta la sola minaccia di perderlo? Basta sovente che qualcuno apprezzi ciò che noi trascuriamo perchè, mutando a un tratto opinione, anche noi ne riconosciamo il valore. Per sostenere l’assassinio di Fiorenza d’Arda bisognava che questo mutamento fosse avvenuto nel principe; allora soltanto si poteva spiegare che egli l’avesse uccisa, sapendola del Vérod con l’anima, o che l’avesse uccisa la nihilista sapendo che Zakunine ricominciava ad amarla.

Ma se la resurrezione dell’amore del principe era necessaria a spiegare il delitto, l’assassino, data questa resurrezione, non poteva esser lui! Infatti la sua gelosia non avrebbe avuto molto fondamento poichè la contessa gli era rimasta fino all’ultim’ora fedele e per fedeltà alla parola data si era sottratta al Vérod. Si poteva supporre che la sola certezza d’aver perduto l’anima di lei e la persuasione di non poterla più recuperare lo avessero spinto al delitto? Data la violenza della sua natura ciò non pareva del tutto incredibile; biso-