Pagina:De Roberto - Spasimo.djvu/304

Da Wikisource.
292 spasimo

questi era incapace di dire una sola parola, riprese:

— Voi non potete uccidermi, voi che sapete la sua legge del perdono. Ma debbo io ancora vivere libero? Basterà che mi sia ricreduto e che abbia occupato questo tempo a cercare di riparare il malfatto? Della conversione mia non debbo dare al mondo la prova e la misura? E per meritare veramente d’essere perdonato non debbo espiare?... Ho due partiti dinanzi a me. Io posso consegnarmi o alla giustizia di questo paese, per scontare qui dove uccisi la pena del mio delitto; o alla giustizia della mia patria, alla quale ho da rispondere di altre colpe. Volete voi dirmi quale vi pare il partito migliore?

Roberto Vérod non rispose. Che consigliare? E con quale diritto?... Egli era così pieno di dolore che il suo giudizio ne rimaneva ottenebrato.

— Ebbene, io credo di non errare seguendo l’esempio che fu come un ammonimento: partirò per la Russia. Qui forse al mio delitto, a un delitto voluto dalla passione, s’accorderebbe forse troppa indulgenza. La pena capitale mi aspetta laggiù. E poi io debbo confessare al mondo che mi sono ingannato. Se le leggi che governano le società non sono felici, la colpa non è degli uomini che le dettarono. Altri uomini non possono dettare se non leggi umane, cioè monche e inef-