Pagina:De Sanctis, Francesco – Alessandro Manzoni, 1962 – BEIC 1798377.djvu/44

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38 saggi

storia non è in alcun modo il fine dell’arte, quasi che l’arte debba riprodurre o spiegare o perfezionare quella e questa, ed opera d’arte perfettissima sia quella dove l’illusione o l’imitazione sia più simile alla realtà. L’arte avrebbe così un fine impossibile a conseguire, perché, posta pure una imitazione perfettissima, la sarà sempre una imitazione, sempre inferiore ad essa realtà. Certo possiamo ammirarla come industria dell’ingegno umano, quali sono i fiori artificiali, ma sarà sempre un gioco, che ricorda gl’inizii dell’arte, non sarà mai niente di serio e di autonomo. Natura e storia non sono che un semplice materiale, di cui l’arte si vale pei fini suoi, a quel modo che l’industria si vale delle materie prime per trasformarle e fame «un’altra cosa». Né è necessario che l’arte tragga il suo materiale dall’esistente o dall’avvenuto. Può crearsi essa un materiale tutto o parte d’invenzione, può alterare la storia, può modificarla come le aggrada. Qui è vero il detto che il fine giustifica i mezzi. Tal fine, tal materiale. Può senza dubbio associarsi anche la storia e mantenerla nella sua integrità, essere tragedia storica, romanzo storico, imporsi volontariamente per limite la storia, ma a patto che la storia resti un materiale esattamente riprodotto, sempre solo e semplice materiale, lavorato ad altro fine che non sia la storia. Dare notizia di un’epoca, di un avvenimento, non può esser mai fine di un’opera d’arte. La notizia ci sarà, come ci sarà un concetto filosofico, un insegnamento morale, senza che perciò l’arte sia storia, o filosofia, o morale, un semplice mezzo o istrumento, un bel vestito. L’arte, come la guerra, la filosofia, la politica, ha dei resultati, che l’oltrepassano, come riformare i costumi, purgare le passioni e simili: risultati a lei inessenziali, e che non hanno nulla a fare col suo fine proprio. Può l’artista fare un capolavoro, ancorché la storia vi sia adulterata, e poco rispettata la morale: potete anche biasimarlo, per la sua ignoranza di cose storiche o filosofiche, o per la licenza dei suoi costumi, ma onorerete sempre il grande artista.

Ponendo Manzoni a base dell’arte il reale storico e naturale, gli si è fatta incontro una grande difficoltá: — E l’ideale, cosa ne faremo noi? — . Poteva rispondere: — Tanto peggio per l’ideale — . Risposta che è la conseguenza logica del suo si-