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298 | giacomo leopardi |
romita, ecco un grido che lo toglie da quello stato momentaneo e lo rimette in quello di prima.
Pur se talvolta per le piagge apriche, |
E fin la luna, che gli dà la forza di piangere e di lagrimare, non può guardarla se non mescolandola con le ricordanze di quando la malediceva. È un istante di felicità, al quale si abbandona contemplando, avvelenato dal pensiero che quello è un istante.
Non dirò che questa sia tra le poesie perfette. La concezione è originale, nuova affermazione del suo mondo; ma la forma non è di eguale bellezza. La descrizione della sua immobilità nella immobilità universale rimarrà eternamente bella tra le cose più perfette. Bella la pioggia mattutina, ma quando viene il suicidio, è una cosa prestabilita, non proprio allora scoppiata nell’anima. Anche quando dice:
In cielo, |
si vede che il lampo del suicidio gli è venuto innanzi, ma non vi si ferma, quasi per evitare la tentazione. Verrà più tardi la