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344 | giacomo leopardi |
Cap. XXVII. Questo capitolo risulta dall’unione di due articoli dei giornali: Pensieri e Detti di Leopardi e Pensieri di Leopardi. P. 215 r. 24: dopo «italiano» Ro ha il seguente brano: «E non abbiano altro valore che di darci col loro studio notizia più esatta dello stato intellettuale e morale del loro autore, e a farci meglio comprendere il poeta. Leopardi aveva l’abitudine di notare le sue impressioni e le sue osservazioni. Queste, raccolte e compilate sotto forma di pensieri, uscirono in luce». P. 217 r. 36: «e oscura», Ro «si oscura».
Cap. XXVIII, p. 221 r. 2: «salgono», così corretto in N dal De Sanctis dal primitivo «risalgono»; ivi r. 7: correggiamo «Bologna» (come ha N) in «Milano» (dove le Operette morali furono edite nel 1827) seguendo l’esempio di Co; ivi rr. 17-18: «A giudizio suo, come di Platone», Ro «Innanzi a lui, come innanzi a Platone». P. 224 r. 12: «l’autore ebbe innanzi», Ro «ebbe innanzi l’autore».
Cap. XXIX, p. 226 r. 1: «filosofia dell’assoluto», Ro «filosofia».
Cap. XXX, p. 230 rr. 22-23; «e in altro dialogo da Timandro, e in altro dall’Amico di Tristano», Ro «e un’altra volta da Timandro, e un’altra volta dall’Amico di Tristano». P. 233 r. 3: «semplice», Ro «così semplice»; ivi: rr. 11-12 «sicché è appunto il progresso», Ro «sicché è il progresso».
Cap. XXXI, P. 237 rr. 23-24: le parole «com’è... il piacere» sostituiscono il seguente brano di Ro: «com’è quel primo uomo giovane che amore rinnova, insino a che, ritirandosi sempre più verso il nostro intimo, durando ancora la vita, esso muore e il piacere».
Cap. XXXII, p. 240 r. 16: correggiamo in «vanità universale» la forma «unità universale» che appare probabile svista del copista degli articoli inviati ai giornali o dei tipografi di questi passata in N e che riesce contraria al senso del discorso critico. P. 241 r. 24: correggiamo «è una finzione che per poco acquisti la tua fede» in «è una finzione che per poco acquista la tua fede» come è richiesto dal discorso; ivi r. 33: correggiamo «falsità» in «felicità» che solo può dare senso al discorso critico: «Leopardi vuol far credersi un convertito, o che abbia fede ora a tutte quelle cose a cui crede il secolo, cioè a dire alla felicità della vita, alla perfettibilità indefinita dell’uomo, sì che la umana specie vada ogni giorno sempre migliorando e i buoni crescano continuamente, e che