Pagina:De Sanctis, Francesco – La giovinezza e studi hegeliani, 1962 – BEIC 1802792.djvu/305

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FRAMMENTI
DI UNA PREFAZIONE ALLA TRADUZIONE
DEL «MANUALE» KARL ROSENKRANZ


I


I libri elementari della critica passata non hanno quasi più niente di vivo: essi sono una ripetizione noiosa di altre ripetizioni, le stesse regole quasi con le stesse frasi, dalle quali lo spirito è ito via. La critica moderna ha cominciato col porsi di rincontro a quella come nemica e combattitrice, passionata e negativa. A noi da lontano è giunta la vivace eco di questa contesa, nella quale le due parti sono rimaste chiuse e salde nello stesso campo, opponendo dottrina a dottrina ed idolo a idolo. Da questo stato parziale di contraddizione si è ingenerata una più alta critica, che come mezzo termine ha congiunti i due estremi; e quanto ella sia ita innanzi, possono far fede questi Elementi di storia generale della poesia, non essendo possibile un libro elementare, se non quando una dottrina è uscita dallo stato di discussione e di polemica, ed ha preso un aspetto calmo e dommatico. La moderna critica ha in questo libro raggiunta la sua forma elementare; e perché meglio s’intenda e la natura e l’utilità del lavoro, noi vogliamo in rapidi tocchi ritrarre e quella opposizione, e l’unità che ne è sorta. La prima scuola ha il freddo riserbo della vecchiezza, stretta a regole stabilite ab immemorabili e divenute uso e convenzione; la seconda ha il brio e la baldezza della gioventù, e gittasi con impazienza in aditi nuovi, foggiando sistemi e troncando e sforzando