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62 la giovinezza

Male, — dicevo io con la mia sincerità; — egli tiene due diavoli addosso, che gl’impediscono ogni serietà di studio: Tesser nobile e Tesser ricco — . Il Duca s’inalberava, e chiamavalo a sé e gli faceva una strillatona. Ma, come era un gran brav’omo, gli si vedeva un certo riso di bonomia tra’ baffi, che rassicurava quel birichino. E s’era sempre da capo, lui con la sua noia e io col mio dispetto.

Intanto lettere mi venivano da babbo, da mamma e da zio, atterriti dalle voci del colera, che giungevano in paese, e mi chiamavano, e me ripugnante sgridavano e incalzavano. Io non voleva, e per una cotal sciocca braveria, e perché non voleva lasciare a mezzo le mie lezioni, parendomi fare quasi atto di disertore. Alfine cedetti alle grida di mia madre, e mi risolsi di andar via. La sera fui dal Duca. Erano già parecchi giorni che infuriava di più il colera, e il Duca, per non sentirne a parlare, s’era fatto taciturno e solitario. Giunsi io con un’aria imbarazzata, che annunziava qualche cosa di grosso. — Cosa c’è? — disse lui. — C’è che... — Insomma, vi sentite male? — interruppe lui, che mi vedeva così smilzo e con la faccia del colera. Io balbettava, cercando le parole, e che doveva per un mese allontanarmi, e che mia madre mi voleva, e che sarebbe stato per poco... Ma egli appena mi udiva, e non capiva niente. — Andate, andate, — diceva, con l’aria di chi mormori tra’ denti: Che il diavolo ti porti! — E come? — diceva il Duca, tirandosi indietro, — siete in questo stato e venite a casa mia? — Io lo pregai a volermi permettere che prendessi commiato dal figlio; egli non disse di no, ed io entrai. Il giovinetto ebbe assai caro di sapere che quella sera non c’era lezione, e quel mesetto di vacanza in prospettiva me lo rese amico: mi strinse la mano, e mi promise di scrivermi, e mi fece molte cerimonie. Mai non mi aveva usato tanti riguardi il bricconcello.

Un’ora più tardi ero già in via a Porta Capuana. Mi avevo comprato una buona bottiglia di rum, come salvaguardia contro il mostro, e un po’ di salame e non so cos’altro. Questo era tutto il mio fardello. Camminavo a piedi velocemente, per non perdere l’ora della diligenza. L’idea di mettermi in una carrozzella non