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i94 frammenti letterari

Lettere virgiliane metteva in discussione Dante in persona; e il Baretti, venuto fresco d’Inghilterra, e pieno il capo di Shakespeare e di Milton, menava attorno la frusta su’ seicentisti, sugli arcadi e su’ riformatori.

Tra questa fermentazione letteraria, filosofica, politica, visse Metastasio. Vincenzo Gravina che lo raccolse di strada e lo educò con amore di padre, era un riformatore come giureconsulto e come letterato. Voleva richiamare lo studio delle leggi alle fonti romane, e tentò una filosofia del dritto. E parimente voleva ritirare l’arte alla greca semplicitá, purgandola della corruzione seicentistica, e scrisse una teoria dell’arte che chiamò Ragion poetica. Accompagnando il precetto con l’esempio, scrisse tragedie a modo di Sofocle, studiando brevitá e semplicitá. Il buon uomo vedea il male, ma non le sue cause e non i suoi rimedii. La semplicitá è la forma della vera grandezza, di una grandezza inconscia e divenuta natura. Niente era piú contrario al secolo manierato e pretensioso al di fuori, vacuo al di dentro. Per combattere il manierismo Gravina soppresse il colorito, e vi supplí con la copia delle sentenze morali e filosofiche. L’intenzione era buona: parea volesse dire: cose e non parole. Né altra è la tendenza della sua Ragion poetica, dove il vero è rappresentato come sostanza dell’arte, e il vero ignudo, non condito in molli versi. Cosi, volendo esser semplice, riuscí arido. La teoria non era nuova, anzi era la vecchia teoria di Dante ringiovanita dal Tasso; ma parve nuova in un tempo che lo sforzo dell’ingegno era tutto intorno alla frase. La prima e naturale idea che sorge ne’ tempi corrotti è la ristorazione dell’antico, parendo quella corruzione non essere altro che una deviazione. Un certo rilassamento ci era negli studi e li pareva essere la radice del male. Ristaurare i buoni studii e le buone dottrine e i buoni esempi, castigare l’immaginazione, disciplinare l’affetto, questi erano i rimedii proposti dal nostro giureconsulto, da’ quali usci la grande riforma che ebbe nome dall’Arcadia. Metastasio fu educato secondo queste idee. Il severo pedagogo gli proibi la lettura del Tasso e de’ poeti posteriori, lo ammaestrò di buon’ora nel greco e nel latino, e lo volse allo studio delle