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era sacro, doveva sentire piú vivamente l’ingratitudine quando per avventura l’ospite ti si rivolti contro e ti oltraggi.

Comandava e non faceva sentire il comando. E ottenne di tenere stretti intorno a sé tutt’i suoi fratelli, cosa rara, e fare una casa e una famiglia, di tutti quasi una sola persona, guidata da un’anima sola senza che egli pur ci pensasse, e senza che essi pur se ne avvedessero: naturale superioritá in lui, buona natura in quelli.

Eletto deputato, sentí tutta la serietá e la santitá di quell’ufficio, stette fermo non solo a rifiutare ogni altro ufficio elettivo, ma a smettere anche la professione, quando la sua posizione e la sua fama gli prometteva ancora lauti guadagni. Pose stanza nella capitale, e fu tra’ piú assidui e operosi, consumando il patrimonio e l’ingegno in servizio del suo paese. Piú intento a meritare che ad ottenere, ebbe i piú elevati uffici dalla stima dei suoi colleghi, ed una volta fu Vicepresidente della Camera, e fu sempre Commissario del bilancio, e piú volte Presidente e Vicepresidente. Portava in quest’ufficio un corredo di cognizioni ed una esperienza che gli davano autoritá anche presso gli avversarii, e piú volte vide da quelli tradurre in atto le sue idee e le sue proposte. Facile con le persone e rispettoso, era inflessibile quanto alle cose, tenace soprattutto nell’opposizione al cattivo governo e alla cattiva amministrazione. Occupata Roma, assicurata l’unitá nazionale, gli parve giunto il momento di provvedere all’assetto interno del paese, e levò la bandiera della sinistra costituzionale, un fatto notabile, che non sará dimenticato nella storia parlamentare. Persuaso che un programma di governo non dee contenere tutte le idee di un partito, ma quelle solo che sono d’immediata attuazione, conformi ai bisogni e ai desiderii del paese, diede un indirizzo pratico e possibile al partito, volgendolo principalmente a sanare i mali dell’amministrazione, oramai a tutti noti, da tutti confessati. Sperava avere in questo concordi amici ed avversarii, e non riuscí per soverchia rigiditá nei principii e per l’inflessibilitá del suo carattere, mirando diritto e sdegnoso delle linee curve. Andare al potere sacrificando pure una briciola delle sue con-