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francesco de luca 247

vinzioni, gli parve una ignominia. La storia potrá biasimarlo, se è vero che la politica in certi limiti vive di transazioni; ma in questo tempo di facili ambizioni e di facili coscienze quest’uomo è degno di ammirazione.

Dura è la vita nelle lotte politiche, e raro è che vi si serbi serenitá, poco rispettando e poco rispettati. A Francesco de Luca incontrò questa rara ventura che seppe sempre mantenere la sua calma, e rispettando tutti potè far vergognare chi poco rispettasse lui. Non ricordo mai che gli uscisse detta cosa alcuna, che sonasse ingrata a chicchessia, intento alle cose e non alle persone, e la stessa opposizione alle cose era fatta con tale temperanza che, mentre se ne accresceva l’effetto, gli conciliava rispetto e benevolenza. Cosi il suo nome presso l’universale rimase riverito, e nell’ardore piú vivo della lotta gli attacchi furono temperanti e non incontrarono mai altro ne’ piú che sorrisi d’incredulitá e alzate di spalle. Quanto a lui, non se ne commoveva, e non rispose mai stimando con ragione che rispondeva per lui tutta la vita.

Gran Maestro per piú anni della Massoneria, tenne l’alto ufficio con prudenza e con affetto, e chi sa a quali termini oggi è ridotto tra noi questo istituto mondiale di beneficenza, può misurare l’abilitá e il senno di colui, che lo tenne cosí prospero e cosí operoso.

E ora addio, Francesco de Luca! i tuoi fratelli, i tuoi amici ti dicono addio. Quindici anni di lotte politiche sono passati sopra il tuo capo innocui, e lasciano il tuo nome intatto e riverita la tua memoria. Ritorna in quella patria che hai onorato, in quelle provincie che hai illustrato. I tuoi calabresi ti faranno un’accoglienza degna di te. E diranno: Francesco de Luca fu nostra gloria e nostro orgoglio. Onoriamo Francesco de Luca.

E noi, amici miei, partiamo di qua soddisfatti di aver resa Quest’ultima testimonianza di affetto al nostro amico, felici se innanzi alla nostra tomba meriteremo pari sinceritá di compianto.