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332 | recensioni e frammenti |
Questo concetto non è appreso o imitato; esce tutto intero dall’anima, divenuto vita e sangue dello scrittore. Il quale, una volta concepita questa fratellanza latina, diviene latino di sentimento, di passione, e scrive e ragiona come membro giá vivente di un futuro popolo da lui vagheggiato, nel quale spariscono francesi, spagnuoli, vallacchi, italiani. Questo futuro gli è cosí presente, opera con tanta efficacia sulla sua fantasia, che gli fa dimenticare per fino il macello di Mentana e gli fa stendere la mano amica alla destra ancora sanguinosa del zuavo francese.
Noi non accogliamo certo tutte le idee dell’autore; ma non esageriamo dicendo che da lungo tempo non si è scritto un libro con tanta originalitá e forza di pensiero e di stile; ne ci par soverchio l’elogio di un distinto giureconsulto francese, che lo chiama un libro molto notevole e «destinato a produrre grande impressione».
maggio i868.
6. - Un discorso di Luigi Mercantini.
Ci è giunto un bel discorso del nostro carissimo amico Luigi Mercantini, professore a Palermo e scrittore d’inni nazionali che non morranno. Ci troviamo quella chiarezza e quel calore di concetto e di forma che sogliamo ammirare nel chiaro poeta. Il soggetto è degno di lui: è una commemorazione di Rosolino Pilo, il precursore de’ Mille, in occasione del monumento alzatogli a Palermo.
luglio i868.
7. - Il «Cesalpino» di Giovanni Bovio.
Eccoci avanti un dialogo di Giovanni Bovio, intitolato: <span title="Cesalpino al letto di Tasso" style="color:#00a000">Cesalpino al letto di Tasso. Il verso vi sta come una forma spregiata, un cencio di convenzione messo lí a ricoprire concetto al