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Lezione XX

[FRANCESCA DA RIMINI]


— Perché Dante ha raccontato con tanto affetto i casi dí Francesca da Rimini? — Perché, risponde il Foscolo, Dante ha abitato in casa di Guido da Polenta, padre della giovane, e forse vide la camera dove dimorò la donzella prima di maritarsi, e forse udí narrare il pietoso accidente dalla famiglia e dovè in quella prima impressione concepire quest’episodio, che poi di anno in anno andò toccando e ritoccando insino a che non l’ebbe condotto a perfezione. — E perché il poeta ha gittate nell’ombra il peccato, e dato rilievo alla passione? — Per delicatezza e per gratitudine, risponde il Foscolo; perché accolto ospite in casa il padre, gli sapea male di doverne infamar la figliuola. — E perché, volendo giustificarla, non ha fatto menzione di una circostanza di tanto momento, storia o tradizione ch’ella fosse, cioè a dire del perfido inganno in che fu tratta la misera che si credea di sposar Paolo, e solo la mattina svegliandosi si accorse di avere accanto il deforme e sciancato Lanciotto? — Perché una rappresentazione ideale, risponde il Foscolo, non dovea esser sovraccaricata di accidenti reali che ne avrebbero alterata la purezza. — E perché Dante ha uniti insieme nell’inferno i due amanti? — Perché per sf lieve fallo non sono a dir propriamente dannati, risponde Ginguené; e perché, corregge il Foscolo, il loro fallo è stato anzi ben grave, se si pon mente al verso con che si chiude il racconto; e nondimeno Dio nella sua misericordia volle aver riguardo a tanto amore e scemare la