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34 primo corso tenuto a torino: lez. v


progressiva dissoluzione delle forme, un costante salire di carne a spirito, il cammino dalla materia allo spirito mediante l’espiazione e il dolore, dal satanico al divino, dal male al bene, dall’inferno al paradiso. Omero trasporta gli dei in terra e li materializza; Dante trasporta gli uomini in cielo e li spiritualizza. La materia vi è parvenza; lo spirito solo è; gli uomini sono ombre; i fatti umani si riproducono come fantasmi dinanzi alla memoria; la terra stessa è una rimembranza che ti fluttua davanti come una visione; il reale, il presente è l’eterno infinito spirito; tutto l’altro è «vanitá che par persona». Questo assottigliamento del corporeo è progressivo: il velo si fa piú e piú trasparente, infino a che non si dilegua affatto dinanzi all’occhio. L’Inferno è la sede della materia, il dominio della carne, il regna del male; il terreno vi è non solo in rimembranza, ma in presenza; la pena non modifica punto i caratteri e le passioni; il peccato, il terrestre in quanto terrestre si continua nell’altra mondo e s’immobilizza in quelle anime incapaci di pentimento: peccato eterno, dolore eterno. Nel Purgatorio cessano le tenebre e ricomparisce il sole, la luce dell’intelletto, lo spirito: il terreno è una rimembranza penosa che il penitente si studia di scacciare da sé, e lo spirito a poco a poco, sciogliendosi dal corporeo, si avvia alla sua compiuta redenzione. Nel Paradiso l’umana persona scomparisce, e tutte le forme si risolvono ed innalzano nella luce; piú si va su, e piú questa gloriosa trasfigurazione s’idealizza, insino a che al cospetto di Dio, dell’assoluto spirito, la forma vanisce e non rimane che il sentimento:

                                    .    .    .    .    .    .    .    .    .    Tutta cessa
Mia visione, ed ancor mi distilla
Nel cuor lo dolce che nacque da essa.
               

La forma si liquefá come neve; intangibile e invisibile come il suono della voce.

                                         Cosi la neve al sol si disigilla;
Cosi al vento nelle foglie lievi
Si perdea la sentenzia di Sibilla.