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64 primo corso tenuto a torino: lez. ix


                                         Tanto gentile e tanto onesta pare
La donna mia, quand’ella altrui saluta,
Ch’ogni lingua divien tremando muta,
E gli occhi non l’ardiscon di guardare.
               

Che cosa è dunque la Beatrice della lirica? Un essere che noi conosciamo meno per se stesso che per gli effetti che produce sull’animo di Dante.

La lirica dantesca, quando il poeta non cade neH’allegorico e nel dottrinale, è altamente subbiettiva: rare descrizioni, tutto impressioni, spesso in reciprocanza d’azione. Il pittore vi troverá assai difficilmente qualche tratto, che gli dia un’immagine alquanto determinata di Beatrice: onesta e gentile, piacente a chi la mira, cosa venuta di cielo in terra a miraeoi mosti are, bella persona, piena di grazie, ecc. Ella è forse la meno reale di tutte le creature poetiche, nuda quasi che in tutto di ogni estrinsechezza e di ogni accidente; e nondimeno alcuna non ha sí possente vita: la sua vita è nel cuore di Dante. Le impressioni ch’egli riceve sono tanto vivaci che alcuni sono stati mossi a stimarle fuori del naturale, e perciò simboliche, quasi ci avesse qualche bilancia a misurare i battiti del cuore umano.

Il poeta adopera i piú forti colori a dar risalto a’ suoi sentimenti; e pur talora il concetto rimane senza parola: egli può dire quello che vede, nefn quello che pare all’anima: il parere confina con l’infinito ed è di sua natura ideale:

                                         Quel ch’ella par quand’un poco sorride,
Non si può dicer, né tener a mente,
Si è novo miracolo gentile.

     E par che dalla sua labbia si mova
Uno spirto soave e pien d’amore,
Che va dicendo all’anima: — Sospira — .
               

Sí, il poeta sospira. La sua lirica è un lungo sospiro, che raccoglie tutte le sue impressioni, dolore, tremore, ammirazione, adorazione; e non pertanto vi siede al di dentro qualche