Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/140

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qualche cosa di netto e di preciso. Ecco ciò che dice a proposito del «guarda e passa»: «Quelle indignation, quelle colóre peserait sur ces damnés d’un poids égal á celui de ce mépris?». Conchiude l’esame del Farinata a questo modo: «Si ce ne sont pas lá des beautés égales á tout ce que la poésie offrit jamais de plus beau, qu’est-ce donc?». Spesso ti dice: — Vedete bene che il poeta sentiva indegnazione, o disprezzo, o ira, o amarezza, ecc. — Tutto questo è una critica a frasi che non ha alcun valore. Alcuna volta si compiace di paralleli; ed io odio la critica a paralleli, di cui tanto si è abusato finora, perché o ella resta sui generali o ti tira a conseguenze assurde. Quando il Lamennais per esempio, e prima di lui Chateaubriand, mi paragonano il Lucifero di Dante col Satana di Milton, e preferiscono questo a quello, non si avveggono che qui il paragone non calza, essendo essi fondati sopra due concezioni essenzialmente diverse; tal che il Lamennais, che è pure cosí benevolo verso di Dante, ci dice che il vero suo Lucifero è Capaneo. Ma se Dante ha saputo in Capaneo rappresentare cosí altamente il sublime, che si ammira nel Satana di Milton, e perché non ha rappresentato con pari altezza il Lucifero? Questo dovea indurre sospetto nel Lamennais che Dante ci avesse avute le sue buone ragioni. Cosi qual paragone si può istituire tra la descrizione che Milton fa della luce e quella di Dante? Vi è differenza essenziale di situazione, d’impressione, e quindi di stile. Talvolta l’impressione dell’autore è tanto vivace, che oltrepassa la poesia, la continua a suo modo e le aggiunge sentimenti ed immagini che rimangono fuori di lei: non ha piú Dante innanzi, ma sé stesso. La poesia è oblio dell’anima nell’oggetto della sua contemplazione; la critica è oblio dell’anima nella poesia. Il Lamennais n’esce fuori, e si abbandona a’ suoi sentimenti e sfoga il suo animo troppo pieno di amarezza. Dante dice:

Libertá va cercando, ch’è si cara.
Il critico rimane profondamente commosso ad una parola che a lui giá presso alla tomba riassumeva tutta la sua vita, sogni di libertá, speranze, brevi gioie, crudele disinganno, fede nel-