Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/141

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la «divina commedia» versione di lamennais i35

l’avvenire indomata. «Hélas!», prorompe non piú il critico, ma l’uomo, «en tous les sens, que sommes nous, que des pauvres misérables, qui vont cherchant la liberté, la liberté de l’esprit asserví aux préjugés et á l’ignorance, la liberté du cœur esclave des passions, la liberté du corps livré aux caprices de maîtres insolents, la liberté dans tous les ordres, dans l’ordre intellectuel, l’ordre moral, l’ordre politique? Qu’est-ce que nos sociétés, que est-ce que le monde, sinon un noir sépulcre, ou la tyrannie, sous mille formes hideuses, nous enchaine avec des ossements?». Non mi dá l’animo di chiamar questo un difetto: non è lo stupido subiettivismo di menti superficiali, incapaci di profondarsi e immedesimarsi nel lavoro che hanno innanzi: è il difetto di una bell’anima, un melanconico ripiegarsi in sé, un ritirar l’occhio talora dal medio evo e guardarsi intorno. Vi sono alcuni tratti di questo genere, che ti stringono il cuore. Papa Adriano, parlando di Alagia, conchiude:

E questa sola m’è di lá rimasa.
Il Lamennais soggiunge: «Quelle tristesse dans ce mot simple, bref, qui termine le récit du Pape, comme la vie se termine, par la solitudine et le vide!». E qual tristo comento, dirò io a mia volta; e quanta semplicitá in tanta tristezza! Il Lamennais scrivea questo pochi giorni prima di morire. Ed è a dolere che la morte gli abbia impedito di condurre a termine un si grave lavoro e di darvi l’ultima perfezione: perocché, lasciando stare le lacune e le parti rimaste imperfette, il suo stile alcuna volta, massime ne’ primi capitoli, mi ha aria piú di sommario che di esposizione; è una forma abbozzata e provvisoria, che egli certo riserbavasi di determinare. Vecchio, ma di una verde vecchiezza, la morte lo ha colto nell’atto del combattere, militando l’ultimo giorno con la fede ed il vigore de’ primi anni: ché pochi possono dire come il Lamennais: — La mia vita è stata tutta una battaglia, una faticosa ed angosciosa battaglia per il bene del genere umano. — Desidero a molti una giovinezza pari a questa sublime vecchiezza del traduttore di Dante.

[Nel «Cimento», a. III, vol, VI, pp. i-i5, luglio i855.]