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«storia del sec. xix» di g. g. gervinus i73

zionale. Non conoscevano essi altro interesse, che quello della patria e dell’emancipazione politica, ed anche i piú temperati si levarono con solenni richiami contro questa predica di codarda sottomissione in nome di Dio. E quella glorificazione della morale virtú della religione, che vi è descritta senza contrasto con la superstizione e con l’abuso, è vero, ma pure come effetto di amore, veniva da loro combattuta, quasi fosse un ritorno al cattolicismo con tutte le sue sconvenienze: dei quali biasimi si rimane attoniti, vedendo come in questa terra la corruzione della religione ha reso schivi anche i migliori di una pura religione. Appariva cosí strano nelle lettere italiane un lavoro di arte senza una decisa tendenza politica, che se ne volle cercare in Manzoni una occulta, e gli si attribuí l’intenzione di dar nuova vita al guelfismo. I suoi piú risoluti avversari negavano una tale intenzione. Eppure questa politica guelfa era giá nell’Adelchi espressamente raccomandata, e giá nel Foscolo mostrammo la stessa idea, ed il governo austriaco guardava dapprima nei suoi Stati italiani con molto sospetto questa tendenza guelfa, la quale ha avuto da quel tempo una storia e continuazione letteraria e politica. Per tacere di De Maistre, di cui è conosciuta l’opposizione contro il politico equilibrio ghibellino di Vienna, questa tendenza seguirono Balbo e Carlo Troya, politici laici; il sacerdote Antonio Rosmini, che, spronato dalla filosofia inglese e tedesca, ideò un sistema metafísico, ritornò sotto diversi aspetti alle scuole cristiane del medio evo e condusse la sua applicazione a’ problemi morali e sociali fino ad un sistema gerarchico, il quale egli, il favorito di Roma, non potea immaginare che guelfo e papale. Gioberti lo combattè, piú tardi, volendo egli adoperare a nazionale progresso quel guelfismo, che De Maistre e Rosmini usarono a reazione, e fu, senza volerlo, l’appoggio di quel partito, che volea fare di Pio IX il suo strumento: di questi era Azeglio, genero del Manzoni. Solo partito che abbia avuto in Italia se non un assoluto trionfo, almeno gran séguito: pure gli schiamazzatori si ponevano dal canto de’ suoi avversarii in letteratura ed in politica. La natura e la storia del popolo italiano non gli consentirono una durevole signoria del puro