Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/195

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giudizio di gervinus sopra alfieri e foscolo i89

zioni. Non conosco arma piú violenta, che la moderazione del linguaggio accompagnata con la buona fede: ne nasce una persuasione irresistibile.

E quando la storia cessa cosí di esser sé stessa, e si pone a’ servigi di questo o quel sistema, e si fa istrumento di questa o quella politica, i fatti non sono piú il sostanziale, ed il critico deve guardare principalmente al sistema che è come l’anima segreta di tutta la narrazione. Cosi va esaminata la storia del Gervinus; e cosí questo capitolo. Qui l’esposizione, che in apparenza è il tutto, è solo una veste acconcia e trapunta in modo che l’opinione dello storico ne acquisti lume e grazia. Parlando del Carmagnola e dell’Adelchi, egli dice: «i denti ringhiosi del Foscolo si mutano qui in labbra supplichevoli». Sembra ch’ei narri: eppure le vivaci immagini da lui scelte per qualificare le due maniere del Foscolo e del Manzoni, vi fanno lampeggiare innanzi alla mente tutto un ordine d’idee morali e politiche che determinano il suo giudizio. Adunque senza tener dietro alla storica esposizione, noi vogliamo esaminare quali sono queste idee fondamentali, ed i giudizii che ne sono conseguenza.

Il Gervinus disapprova una letteratura classica e che abbia tendenze politiche. Il classicismo ci pone innanzi una societá morta. Nella letteratura politica non può dominare nella sua purezza l’ideale artistico. Egli vuole una letteratura popolare cavata dall’intimo della nazione, e l’arte e la scienza in una compiuta indipendenza.

Non ci è alcuno che non abbia oggi la stessa opinione: è il progresso del secolo. Un’epoca storica non va però giudicata col criterio presente. Le epoche storiche sono momenti transitorii, che non rispondono a nessun concetto assoluto. Verrá un tempo, che il concetto di umanitá sará sostituito a quello di nazionalitá; né però gli storici futuri avranno il diritto di censurare il movimento nazionale odierno.

Ciascuna epoca si propone uno scopo determinato, verso del quale converge tutta la vita intellettuale, morale e politica, e tutto questo messo insieme, è quello che i francesi chiamano lo spirito di un’epoca. Lo storico dee studiarsi di comprenderla