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posero alle piú dure prove. Amavamo i nostri benefattori; odiavamo i nostri padroni; ci era nel nostro cuore un si ed un no. E la vita di Foscolo fu il sentimento angoscioso di questa contraddizione, dalla quale noi non sapemmo uscire: fu la lira della nostra anima. Quest’uomo, ubbriaco di dolore per la caduta della sua patria e per le nostre vergogne, sfoga il suo cuore troppo pieno, maledicendo e bestemmiando; e voi mi chiamate questo delle idee, e volete trovare un sistema logico nel linguaggio di un uomo, il cui cuore sanguina? La logica del cuore è la contraddizione! Dante riprende i pisani di aver condannato a morte non solo Ugolino, ma i suoi figliuoli innocenti, e vorrebbe che l’Arno affogasse ogni pisano, donne e fanciulli, rei ed innocenti, cioè vorrebbe commettere lo stesso peccato che loro rimprovera. È un difetto di logica! Come se il cuore fosse nel cervello.

Se l’influenza che Alfieri e Foscolo ebbero sugli italiani, sia stata utile o dannosa, non disputerò, poiché dovrei esaminare il sistema politico, secondo il quale l’autore trova biasimevole quella influenza. Una sola cosa dirò. Credete voi che in tanto fervore d’idee, in tanta tempesta di avvenimenti, i popoli avessero dovuto dire: — Arrestiamoci! il mondo cammina lentamente: abbiamo contro gli interessi dell’aristocrazia e l’ignoranza delle plebi; transigiamo con quegl’interessi, rischiariamo quell’ignoranza — ? Questo progresso pacifico e logico è il desideratum de’ savii, la speranza del nostro avvenire. Forse questa utopia diverrá un giorno realtá, né vi si giungerá, se non dopo molte altre dolorose esperienze. Domando ora, se lo storico dee di questa utopia farsi un’arma per dire alle classi colte: — Voi aveste troppa impazienza; voi dovevate attendere che la plebe fosse matura: perché non creaste una letteratura popolare per educarla? — Sarebbe un giudizio retroattivo, un trasportare nel passato i bisogni e le idee del presente. Per dimostrarmi la necessitá di educare la plebe voi potete, tranquillamente seduto nella vostra stanza, farmi un sillogismo. I sillogismi della storia sono battaglie e patiboli, oppressioni e resistenze e non si giunge a tirare una conseguenza se non dopo