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delle «opere drammatiche» di f. schiller i5

non biasimo: Schiller ha profondamente compreso e ritratto con grande veritá questo personaggio moderno. In questa Specie di caratteri è la grandezza di Schiller: e che cosa vi ha di piú vero che il suo Filippo? Sotto il tiranno vi è l’uomo. Nella Vergine d’Orléans egli ha dipinto caratteri dei mezzi tempi: ma quella giovane e robusta barbarie ha avuto giá il suo poeta: Shakespeare non torna. E che altro sono La Hire, Dunois, Lionello, se non immagini squallide dell’antica energia? Vedete Isabella: la sua ferocia è nelle sue parole: e chi non pensa a Margherita, quella creazione paurosa e sublime del poeta inglese? Talbot è un nobile carattere; pure è in lui qualche cosa di riposato e di composto e quasi di pensato, che mal si affá a quella disordinata violenza di tempi: testa greca in tempio gotico. Nel Guglielmo Tell vi è altra sorta di caratteri. Schiller ha voluto ivi ritrarre un popolo nella naturalezza ed. innocenza de’ suoi ingenui costumi: e quando io penso a quella nobiltá e delicatezza di sentimenti, a quella grave semplicitá di maniere, a quella solennitá e temperanza di affetti, a quella costante serenitá dello stile, che ti lascia in tanta violenza d’azione soavemente commosso; quando, nello stupendo carattere di Tell, io penso a quella dignitá senza orgoglio, a quel coraggio senza ostentazione, a quella umiltá senza bassezza; io dico: in questo mondo ideale di Schiller, ch’ei chiama la Svizzera, vi è un’armonia celeste; e penso all’etá dell’oro, alla innocenza pastorale, o a quei sogni dorati, a quelle estasi beatrici, a quel riso dell’universo, che brilla, immagine fuggitiva, innanzi al rapito poeta. Forse in tanta ideale perfezione è alcun che di troppo assoluto. Tu abiti nella Svizzera; tu stai in mezzo ai suoi laghi; tu contempli i suoi monti; ma forse nella nobile semplicitá di quegli uomini tu vorresti alcuna cosa più di violento e di rozzo, che ritragga un popolo buono, ma barbaro, ed una certa apparenza di disordine, che esprima il procedere spontaneo, tumultuoso e fortuito delle cose umane. Tutto ivi è preconcetto e preordinato; e il disegno perfettissimo traspare da tutte le parti: di che fa fede e l’ordine visibilmente artificioso de’ fatti, e quel quinto atto rispondente più ad un concetto astratto, che