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denza spirituale insieme e sentimentale che qualifica l’arte moderna. E dico tendenza, perché non voglio portare quest’opinione fino alla pedanteria, affermando ciò in modo assoluto, senza tener conto di tutte le varietá e gradazioni: che è il difetto di Schlegel. L’ideale non è piú la musa; non piú una dea, non una persona: che cosa è? Una forma incerta che fluttua nella fantasia; che, comparsa appena, si dilegua, ma lasciando orme profonde nel vostro cuore; una voce armoniosa che non giunge piú all’orecchio, ma che suona ancora nell’anima. Ne addurrò ad esempio gli Ideali di Schiller. Egli lamenta la sua giovinezza spenta, l’ideale fuggitogli per sempre dinanzi, e con esso tante nobili fantasie, tanti dolori, tante gioie, tutto l’universo. Nonpertanto egli è ancora capace di conforto; il suo cuore è aperto alle care gioie dell’amicizia ed un avvenire gli trema ancora dinanzi. Quindi egli può essere eloquente nel suo dolore e rifare la sua giovinezza, il suo ideale, come rimembranze. La sua fantasia si caccia indietro nel passato, lo fa rivivere nella memoria e lo ha innanzi come cosa presente. Ed ecco l’ideale scomparso ricomparire, piú caro ancora, perché accompagnato col sentimento di averlo perduto: è la voluttá del passato confusa con la malinconia del presente. Il Leopardi nel suo Risorgimento canta:

                                              Meco ritorna a vivere
La piaggia, il bosco, il monte;
Parla al mio core il fonte.
Meco favella il mar.
                                   

Questo momento labile di gioia, cosí raro per l’infortunato recanatese, che egli canta con una dolcezza metastasiana, è tutto un passato delizioso per Schiller, che ha ancora la forza di evocarlo e rappresentarselo innanzi alla fantasia. «Come una volta Pigmalione con supplichevole desiderio abbracciava la pietra, infino a che nelle fredde guance del marmo fiammeggiò il sentimento; cosí con giovanile ardore io stringeva la natura tra le amorose braccia, insino a che ella cominciò a respirare, a incalorire sul mio trepido petto, e, accesa della stessa mia