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236 saggi critici


Ma qui il sentimento del poeta è un dolore stanco, ineloquente.

                                    E di piú far lamento
Valor non mi restò.
                              

Adunque in questa poesia non può prevalere né la rappresentazione, né il sentimento. Da una parte il poeta non ha piú innanzi l’immagine della donna; non può rappresentarla; rimane per lui un fantasma confuso, che non può a sua voglia rivocare alla mente. D’altra parte non gli resta pur valore di querelarsene; contempla il suo fato senza sdegno, senza pianto. Ha veduto, ha pianto; non vede piú, non piange piú. L’immagine e il sentimento traspariscono in questa canzone come un passato scomparso per sempre. Schiller può almeno ricordarlo, dipingerlo, lamentarlo; nella sua bella poesia l’immagine fuggita ritorna alla sua memoria; il sentimento prorompe al di fuori Uberamente.

Non rappresentazione, non sentimento: nel suo animo vacuo è una calma, che non è serenitá, ma stanchezza. Nell’umanitá, come in ciascun uomo, quando tacciono le immagini e le passioni, sottentra la riflessione. Nel Leopardi il pensiero avvelena tutte le gioie della vita, e ci sono momenti ne’ quah occupa esso solo l’animo, spogliato l’universo di ogni bellezza, di ogni affetto: vedetelo nelle sue prose, aride come l’ignudo vero che ivi regna solo.

Non vede l’immagine, non ha piú virtú di dolersene. Egli adunque è in tale stato dell’animo, che può filosofare sulla sua donna, farne obbietto di meditazione. — Che cosa è ella? dov’è? la vedrò mai? — Rassomiglia colui che, raccolto in sé dopo le tempeste della vita, considera con inquieta curiositá quel mondo che gli è stato cagione di tanti dolori, di tante gioie, contemplatore pacato di ciò che lo turbava innanzi, eppure scontento della presente tranquillitá, desideroso senza speranza di quelle agitazioni. L’autore adunque in luogo di rappresentarsi alla fantasia la sparita immagine, medita sulla sua natura; e nondimeno la situazione non diviene prosaica: egli rimane poeta. Lá dove si stende la scienza, se ne ritira la poesia: il vero tarpa