Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/269

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triboulet 263


Intento alle cose, dimentico le persone. Ho esaminato la dottrina con le sue conseguenze, senza che le mie osservazioni si debbano tutte applicare al critico francese. Non porta egli il suo sistema fino a questa pedanteria, anzi si mantiene sempre ad una certa altezza, aiutato da due preziose qualitá, di che gli è stata larga la natura, molta lucidezza e molto buon senso. Gli manca larghezza di studi ed abito del meditare; onde una certa chiarezza superficiale, che piace ai poltroni.

Consideratemi le cose come le sono in sé, nella loro individualitá. Volete esaminarmi Triboulet? Non pensate ad Orazio o a Don Diego; pensate a Triboulet.

Il moderno romanticismo francese non è stato in principio un prodotto spontaneo e nazionale; esso è sorto, come la rivoluzione, per opposizione all’antico, per impazienza di una critica decrepita, con la violenza della polemica, con l’esagerazione delle passioni. A quei tipi perfetti, a quelle bellezze assolute e tutte di un pezzo divenute fattizie e convenzionali, si oppose un sistema affatto opposto, che si battezzò per «romanticismo». All’antica semplicitá si sostituí non solo la varietá, ma l’opposizione: studiate tutte le concezioni romantiche, e vi troverete in fondo un’antitesi. Alla bellezza si sostituí il brutto; e, se questo negli antichi romantici ci ha una gran parte, negli odierni è il sostanziale, il tutto. E due vie si tennero per conseguire questo scopo. Da una parte si attribuí il deforme ad un certo «fatale» concorso di passioni ed istituzioni sociali, senza quasi colpa dell’individuo, degno piú di compassione che di biasimo. D’altra parte si volle mostrare negli individui anche piú colpevoli qualche lato, per il quale essi potessero destare interesse. Non ci è uomo nel quale sia affatto cancellata la natura umana; rimane sempre in fondo al cuore qualche buon sentimento, che si rivela subitamente in certe situazioni della vita con maraviglia dello stesso colpevole. Il romantico disseppellisce questi sentimenti, te fi pone in rilievo, e ti mostra ammirabile e sublime colui che poco innanzi giudicavi abbietto e depravato.

Questa concezione domina nei drammi di Victor Hugo di tal natura sono Marion de Lorme, Triboulet, e Lucrezia Borgia.