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«memorie» di giuseppe montanelli 279

esclusive e parziali. Non vi è alcun metodo «a priori»: ciascuna rivoluzione ha il suo. Il Montanelli parla di questi partiti con quella benevolenza che ha mostrato inverso le persone. Trova timido ed infruttuoso il partito strettamente legale, capitanato in Toscana dal venerando Gino Capponi, ma senza uscir mai da’ termini del rispetto. Tiene le sètte talora inutili, spesso dannose, riconoscendo però in alcuni casi la loro efficacia, e dando al biasimo una moderazione che gli concilia fede. Esalta il partito della pubblicitá o del coraggio civile, con tanto piú di autoritá, in quanto egli in Toscana ne ha dato nobili esempii. Ma egli crede questo metodo ancora oggi possibile, e lo pratica nelle sue memorie. — O voi che nel ’48 facevate petizioni, proteste e dimostrazioni, niente vi è di mutato, siate conseguenti: abbiate il coraggio di manifestare quello che foste e quello che siete: io vi passerò in rassegna, nome per nome! — Oimé, mio buon Montanelli, tutto è mutato. Nel ’48 ciascuno sarebbe corso da voi per avere un’attestazione di coraggio civile. Oggi la paura è maggiore che non il sospetto de’ governanti; e voi siete per lo meno un imprudente. La veritá è che, come dice don Abbondio, il coraggio uno non se lo può dare. Tal tempo, tal modo. Quando alla societá manca la coscienza della forza, ed i piú sono pecore, a’ piú arditi non rimane che sfogare l’indocile anima in segreti consorzi; sètte e dispotismo vanno di conserva. La societá è allora una massa inerte, tirata in qua e in lá da due opposti, la setta e il dispotismo, e manifestantesi all’occhio attonito oggi frenetica di libertá, dimani ferocemente reazionaria. Il lavoro della setta in questi casi non solo è inevitabile, ma è pur fecondo, lasciando ricordi di sacrifizi magnanimi e tradizioni di libertá, che a poco a poco si dilatano e fruttificano. E quando come per istinto si sente il gran giorno, il metodo del coraggio civile non ha bisogno di essere inculcato: viene da sé, la setta si trasporta ne’ caffè e per le piazze. Che se da ultimo i governi concedono mezzi legali di esprimere l’opinione, il partito legale è possibile: la legge allora è istrumento di progresso e la civiltá cammina spontaneamente. La differenza di metodo non costituisce dunque differenza di partito, nascendo il metodo da un concorso