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282 saggi critici

giu a piú non posso; oggi vi beffate della sovranitá del popolo, dimani vi c’inchinate. Che avviene? Le vostre idee, presentate non come espedienti politici, ma come veritá belle e buone, lasciano vestigi nelle moltitudini, le quali non sanno che vi è una veritá dell’oggi e un’altra del dimani; e i credenti del Primato diventano gli avversari del Rinnovamento, insino a che la fede si spegne, i caratteri si abbassano e la veritá diviene il fatto o la forza: materialismo in cui muoiono i popoli.

Se dunque debbo dire tutto quello che penso, ed il debbo a un mio tanto amico, a cui sarebbe delitto dissimulare una minima parte del mio giudizio, il suo libro rispetto al contenuto non mi pare che abbia un gran valore politico e filosofico. E libri di questo genere non possono fare impressione durabile, se non lasciano qualche traccia nella storia dello spirito umano. Vi è qui un fondo d’idee non abbastanza lavorato da una meditazione concentrata ed amorosa, la quale solo può dare quella impronta di originalitá e profonditá, che è propria dei lavori geniali. E quando considero i bei capitoli intorno alla Toscana, dove con tanta sagacia è rappresentato il vario movimento delle idee ne’ caratteri, nella letteratura, nelle sètte, nello stesso governo; mi persuado che al Montanelli per giungere a quell’altezza non sia mancata l’attitudine, ma una maggiore meditazione e una piú esatta notizia delle cose. Le sue Memorie cominciano dal i8i4. Ecco dunque, secondo il mio avviso, in che modo si sarebbe dovuto procedere: notare tutte le idee della nuova civiltá ed accompagnarle nel loro progresso attraverso i fatti. Noi le vediamo dilatarsi, modificarsi, opporsi, mescolarsi, allargarsi in questa o quella classe, in questo o quello Stato, compresse ripullulare, prendere nuove forme, avanzarsi sempre, infino a che scoppiano irresistibili nel ’48. Chi guarda sensatamente la storia degli ultimi tempi, vedrá moti speciali ed infelici, sterili in apparenza, ma preceduti e seguiti da un indefesso lavoro intellettuale e morale, che prende forza dalla sconfitta, che acquista maggior coscienza di sé in quell’antagonismo che dicesi reazione, che talora tiene sotto di sé inconsapevoli gli stessi governi, e che si rivela da ultimo in fatti, miracolosi per