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«memorie» di giuseppe montanelli 283

il volgo, e lentamente preparati, e perciò naturali all’occhio dello storico. Questo lavoro in gran parte spontaneo apparisce qua e lá nel libro del Montanelli, ma a modo di accessorio e di polemica, senza un disegno. In un solo periodo egli determina maestrevolmente il progresso del liberalismo italiano: «liberta portate di fuori nel ’99, colpi di mano nel... ’2i e nel ’3i, rivoluzione uscente dalle viscere della nazione... nel ’48». Queste parole dovrebbero essere l’epigrafe del libro, e la storia non dovrebbe essere altro che il loro commentario. E cosí, in luogo di quei magri sunti storici che ci dá dei diversi Stati d’Italia, interrompendo e frastagliando l’interesse, avremmo un’esposizione drammatica, qualche cosa di simile al suo bel lavoro sulla Toscana. Certo, se non è riuscito con pari felicitá nella storia d’Italia, gli è che egli non ne aveva quella conoscenza propria e immediata, che della Toscana.

Non dobbiamo dimenticare però, che questo libro è principalmente narrazione di fatti, massime personali. Quel contenuto vi sta come per incidente, né è giá ciò che dá importanza alle Memorie.

Molte se ne sono scritte intorno al ’48, che non si leggono piú, compilazioni confuse e inanimate. Queste del Montanelli leggiamo con lo stesso diletto, che la Vita di Alfieri o del Cellini; e pochissime sono le prose italiane, che si fanno leggere volentieri, come ha ben notato il mio egregio amico Ruggiero Bonghi. Il libro del Montanelli è tra questi pochissimi, per alcuni pregi che vogliono essere studiati con diligenza: il che farò appositamente.

Per quello che ho discorso innanzi, mi par dunque che in questo libro non ci sia un contenuto, il quale, fatta astrazione dalle circostanze, dalle persone e da’ tempi, stia da sé, abbia in sé stesso il suo valore. Dico ciò non a biasimo, ma per determinare la natura del libro. La parte storica vi è magra e incompiuta; le discussioni politiche o filosofiche non hanno niente di terminativo; vi manca quella originalitá e quella profonditá, che può solo far durabile impressione sulle generazioni. Tutto