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296 | saggi critici |
de’ nostri sensi, e si nasconde a qualche altro. Se ne può vedere esempio nelle sue poesie: Pensées du soir, Pensées matinales, Une soirée sur mer. In quest’ultima trovi «une vague tendresse, des vagues couleurs, des accords mystérieux et vagues, une teinte rosée, ineffable, indécise, etc.». Questo vago, che ella si piace di contemplare nella natura, è nella sua anima: ozio e quasi vanita interiore, che produce diversi effetti, secondo i caratteri. Nella Sassernò produce per lo piú una stanca malinconia; onde il suo stile manca di pienezza, ed è a pensieri sciolti, quasi a singulti: diresti che la sua mente non sa seguire i pensieri in tutta la loro ricca esplicazione, e li gitta li crudi, l’uno presso all’altro, desiderosi ancora di vita, di aria, di colore, di luce. È un’anima svogliata, annoiata, con una smaniosa tendenza a produrre, che non viene ad effetto: vi sono i primi germi della vita, senza sviluppo.
Mon esprit abattu, comme un roseau qui plie Aux souffles des autans, Ne sait plus résister a l’ennui, qui l’oppresse: Je ne demande plus á ma froide jeunesse Les roses du printemps. |
Per fuggire questa inerzia, ella si getta nel misticismo; in cambio della vita reale, che non può cogliere, mira ad un mondo ideale, che meglio si affá alla sua natura. Dico mondo ideale, e dovrei dire mondo astratto, poiché ella non ha neppure la forza di crearselo seriamente. Santa Teresa fa dell’altro mondo la sua vita, il suo avvenire; vive in esso e per esso; quindi l’estasi, la visione, il rapimento, una poesia di fuoco che investe la sua anima e la tien desta ed operosa. Nella Sassernò il sentimento religioso non è tanto possente, che la occupi tutta, e, ridonando uno scopo alla sua anima, la rinfranchi e la scaldi.