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«clelia o la plutomania» di gattinelli 3i3

si attende l’abboccamento tra’ due sposi! E queste situazioni sarebbero comiche! Ma qui vi è materia da dieci tragedie.

Quali sono gli affetti? Trapassi subiti a grandi gioie, a grandi dolori; rimorso e vergogna e pentimento nel figlio, e nella gioia del perdono, acquistando moglie e figlia, ecco sopraggiungere l’angoscia della miseria, rovinato, e rovinato dal padre; nuovi rimorsi, nuovi dolori, nuove gioie. E quanto contrasto di affetti nella donna! quante ansietá! quanti passaggi dal timore alla speranza, dal riso al pianto! Non parlo del suocero che in una sola giornata soffre le agitazioni di tutta intera una vita. Questi affetti corrispondono ad un tragico «pathos», e giungono spesso fino allo strazio.

Quali sono i caratteri? Un figlio discolo, ma giá attinto dal rimorso: per entro alla sua leggerezza penetra un elemento serio, che, a poco a poco, se ne insignorisce e consuma ogni parte comica. Un padre, fatto dall’avarizia crudele, snaturato padre, cattivo uomo, piú odioso che comico, ma che dall’amore viene a poco a poco emendato, rifatto, reso capace di nobili e generose azioni. Una donna, cinta dalla doppia aureola della virtú e della sventura, carattere assolutamente serio, posto lí per annichilare con la sua presenza ogni specie di comico. Sono, questi, caratteri stupendi in un dramma, assurdi in una commedia.

Si potrebbe dire che qui è solo quistione di parole. Vi spiace che il Gattinelli abbia intitolato il suo lavoro commedia; e voi chiamatelo dramma. Ma no, il Gattinelli ha voluto fare da senno una commedia: cavare da queste situazioni, da questi affetti, da questi caratteri una commedia; ed ha guastato situazioni, caratteri, affetti. Della sua concezione, la natura aveva fatto un dramma; egli ne ha fatto una commedia. Ora lo scrittore può concepire a questo o a quel modo; ma, quando ha giá innanzi bella ed intera la sua concezione, non è piú libero, dee ubbidire a quella.

Lo scopo è serio; ma il Gattinelli volea fare una commedia e gli ha tolto ogni serietá. Clelia con una romanza trionfa; con due parole converte lo sposo; con due occhiate trasforma l’avaro.