Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/324

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gli restano che contorni indeterminati e comuni a tutta la specie. E però osserverete che i piú felici effetti comici egli li trae non dall’intimo del personaggio, ma da rapporti tra cose disparate che si trovano insieme. Avendo profuso nella sua commedia caratteri ed incidenti, nascono dal loro incontrarsi contrasti ridicoli. In una scena Andrea paga Maurizio, Luigi Ardenti sospetta di avere un rivale, il poeta racconta un suo dramma a Vittorina, sua fidanzata. — «Chi vi ha dato questo danaro?», domanda Maurizio ad Andrea. «Chi è il mio rivale?», domanda Luigi ad Agata. A domande contemporanee succedono risposte contemporanee. «Uno che ha cuore piú umano del vostro.— Uno che ha maniere piú insinuanti delle vostre». Ritornano i primi: «Si rovinerá. — Lo ammazzerò». Rispondono i secondi: «Non si rovinerá. — Non lo ammazzerete». «Il dramma è finito», conchiude il poeta. «Il negozio è liquidato», conchiude Maurizio. — Queste antitesi simmetriche e grossolane sono indizio di povertá comica. Al che si aggiunge che la parte comica manca per lo piú di delicatezza ed è indirizzata alla parte piú materiale della nostra natura, scendendo talora fino alla piú volgare buffoneria: equivoco di parole, allusioni poco delicate, motti da trivio, comico di occasione. In veritá ci è di che maravigliarsi, veggendo il Gattinelli, che pure è uomo di spirito, mettersi sotto la protezione del vino di Caluso per ottenere gli applausi dell’uditorio.

Qui vi è ben poco di poesia. Il riso che nasce da rapporti o confronti, da equivoci o controsensi, da caratteri convenzionali, comuni, esauriti, rimane sterile, senza alcun potere sulla fantasia, senza destarti alcuna idea accessoria, senza valore estetico.

Il Gattinelli ha amato meglio di parlare a’ sensi del suo uditorio. Sono pochi quelli che intendono e pregiano le delicate bellezze dell’arte; un pubblico di cosí fino gusto è argomento di una perfezione estetica, alla quale non siamo ancor giunti. Siamo piú avanti per rispetto alla musica o al canto, che per rispetto alla poesia. Una falsa espressione nel tono o nel gesto di un attore facilmente ci sfugge; una stonatura è subito ripresa.