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«beatrice cenci» di guerrazzi 37

giamo a dargli una figura, egli è perché lo supponiamo simile alla bocca e gli diamo quella forma e quel colore. Allorché noi facciamo un paragone, vogliamo che il secondo termine ci aiuti a immaginare il primo; ma qui la comparazione è a rovescio, ed il primo termine ci dá una immagine del secondo. Ma eccotene un’altra. I poeti hanno finora considerato il riso come l’espressione spirituale ed ideale della bocca; ma ciò è troppo volgare, ed il Guerrazzi attribuisce quest’uffizio «alla fragranza» della bocca, la quale diffondendosi intorno alla persona, fa reputarla non terrena creatura: cosí da oggi innanzi consulteremo non piú i nostri occhi, ma i nostri nasi. Ma questa poi è novissima. La Beatrice ha sul mento la fossetta, e sapete voi perché? Perché «l’Amore con le mani di rosa... appoggiandole il dito sul mento per contemplare la sua gentile fattura, le lasciò la fossetta; — segno veramente d’amore». Ecco il dio Amore ritornato in iscena dopo lungo esilio con le mani di rosa e col dito sul mento delle fanciulle! Il Guerrazzi è grande fabbricatore di nuovi dii; né vi è quasi descrizione che non vi si senta «la fragranza» di qualche ignota divinitá! «La Preghiera... potrebbe ben riposare su quella fronte per librarsi quinci piú pura verso il trono di Dio. La Sventura meno audace di Cupido, batte le ale intorno alla fronte, ma le vien meno lo ardimento per lasciarvi sopra una traccia inamabile, e passa oltre.» Che la Sventura batta le ale intorno alla fronte è una forma di dire poco semplice e castigata, pure vi è entro alcuna ombra di veritá quanto all’impressione; ma che, per tema di guastare quella bella fronte, ella si arresti e passi oltre, è una pura sottigliezza, un puro giuoco di spirito, che non chiude in sé alcuna veritá né d’immagine né di sentimento, e mi ricorda quella famosa quartina tanto e cosí a sproposito ammirata nelle nostre scuole:

     Qui giace Eugenio, il folgore di Marte
Che le schiere ottoman’vinse e conquise:
Temè di lui la morte; usò quest’arte:
Pria l’immerse nel sonno e poi l’uccise.