Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. I, 1952 – BEIC 1803461.djvu/47

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«beatrice cenci» di guerrazzi 4i


Ma voi, quale immagine mi avete voi trovato per rappresentarmi la vita di quindici anni? Le vostre parole non sono che il tema, l’arido tema di quello che dovevate rappresentarmi. Confortandola il confessore, Beatrice risponde: «Ma il modo, padre mio, ma il modo... oh!» e piú appresso: «E la infamia, padre, l’obbrobrio rovesciato sulla mia memoria?»; e da ultimo: «Ah! a morte!» e sviene. Vi è qui quello che io ho chiamato l’eloquenza del dolore? Quando altri si trova in cosí trista condizione, il suo pensiero è rapito in qua e lá da una doppia onda. Da una parte il presente ti tira a sé, e mai non ti si è affacciato si bello, come ora che sei presso a perderlo. Dall’altra ti si erge dinanzi il lugubre apparato, il patibolo, il carnefice, la folla, e quelle imprecazioni, quel mostrare a dito, quegli sguardi pieni di curiositá, di una crudele curiositá: e in tanto tumultuare confuso d’immagini ne scoppia fuori qualcuna, che ha virtú di richiamar tutte le altre. E voi non dite allora: — Ma il modo, padre mio, ma l’infamia! — obbiezioni ridotte ad una espressione algebraica, senza colorito, senza immagini, senza sentimento. Chi parla cosí mostra che innanzi alla sua fantasia non si affaccia né quel «modo», né quella «infamia». Che debbo poi dire delle esortazioni del confessore? Se lo scrittore avesse voluto rappresentarmi un prete uso a questi uffízi, e che confessa, comunica, dice messa ed assiste i moribondi con la tranquilla e stupida indifferenza di un ministero degenerato per la consuetudine in mestiere, se avesse voluto pormi questo prete di rincontro a Beatrice, come una ironia, bene sta. Ma il cappuccino è un uomo che ha mente e cuore e pratica della vita: e sapete voi che cosa sa dire a Beatrice? «La vita è soma che va crescendo con gli anni. Felici i non nati a portarla!... leviamoci presto da questa mensa, dove i cibi sono cenere e bevanda le lacrime... mille vie appresta la Provvidenza per uscire di vita; una sola per entrarvi; la piú sollecita è la migliore; ma benedette tutte purché conducano al paradiso... Che cosa sono i secoli davanti al soffio del Signore? La fama passa e il tempo che seco se la porta. Sopra la soglia dell’Infinito gli anni non si distinguono neanche come polvere. Volgi, o figlia, il tuo sguardo al cielo e