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«l’ebreo di verona» del padre bresciani 49

il confessore, la nutrice è il suo papa infallibile. Beata etá! Ma il padre Bresciani non può parlar di pater e ave senza che involontariamente non gli comparisca innanzi alla fantasia il ghigno di qualche insolente che gli dá la baia. Questa turba la sua immaginativa, preoccupa il suo spirito, lo tira pei capelli dalle contemplazioni celesti in mezzo alla nostra prosa, si che egli rinvia a quel maledetto la sua baia, e disputa, e contende, e si arrovella, e gli dá del settario, del ladro e dell’assassino. Curioso stato in cui si trova l’animo del padre Bresciani! — Vanne di qua, maledetto: tu sei un settario. — E tu un gesuita. — Vanne di qua, importuno: tu sei un ladro. — E tu un gesuita. — Vanne di qua, ostinato: tu sei un assassino. — E tu un gesuita.— Padre Bresciani, la tua anima non è serena, la tua fede non è pura. Tu non puoi aprire il breviario, recitare un pater, pensare a Dio, che quel demonio del dubbio co’ suoi cachinni non ti tiri a sé e non ti dica: — Disputiamo. — Si fe’ sparger voce nella plebe, che la Madonna Santissima, capo supremo, come ognun sa, dell’esercito napoletano, sia stata veduta il 15 maggio innanzi innanzi agli svizzeri, armata di spada e lancia, che sbarattava, sgominava, annichilava i ribelli. Un trecentista avrebbe immaginate, anzi vedute legioni di angeli togliere il vedere ai liberali ed accompagnare Pio IX trionfante in Gaeta. Il padre Bresciani appena appena pone in iscena un arcangelo che legge nell’avvenire il ritorno del gran Pio, ma questo di volo, con timidezza; è l’ombra terribile di Banco trasmutatasi nella comica ombra di Nino sotto la timida penna del Voltaire. Che farci? Il Bresciani fa ridere, perché non può celare il timore di far ridere; è un povero studente che entra per la prima volta in una sala di eleganti, con una gran paura addosso che i vicini si susurrino all’orecchio: — Ecco un provinciale! — ed entra col passo avviluppato, tutto impaccio ne’ movimenti, gli occhi incerti, turbato il volto: la sua paura manifesta appunto quello che vorrebbe nascondere. Il padre Bresciani qualifica tutti quasi i liberali di settarii, e tutti quasi i settarii di assassini. Eppure non teme egli, no, il pugnale del settario, egli non vi crede; teme il suo riso: è l’Europa liberale che lo sgomenta. E tu lo vedi