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procedere con cautele oratorie, temperar questa frase, cancellare quell’altra, timido, sospettoso, con sempre innanzi a sé quel formidabile spettro e quei sonori cachinni. Se egli avesse avuto un pochino solo della fede e dell’ingegno del Manzoni, sarebbe stato ben altrimenti ardito. Il Manzoni può pronunciare a voce alta i nomi del padre Cristoforo, del padre Felice, di Federigo Borromeo, può pronunziarli anche innanzi al Voltaire, sicuro di non far mai ridere: anzi egli ha sempre a fior di labbra un cotal suo risolino, che lo tiene al di sopra del lettore. E perché ne’ Promessi Sposi induce rispetto ed ammirazione quello che fa stomaco nell’Ebreo di Verona? Perché la religione per il Manzoni non è solo vuota forma, ma sostanza, spirito di caritá e d’amore; non è credenza astratta e senza esame, ma è amore operoso e quasi passione, vita militante, quotidiano e magnanimo olocausto di sé al bene de’ prossimi. Perché i suoi personaggi non sono i divoti del papa che gridano: — Volemo er Papa, volemo; — e se ne stanno rannicchiati o scappano per le vie gridando: — Madonna Santissima! — Non sono Bartolo, Luisella, Alisa, creature volgari, cacciate in mezzo alla rivoluzione per tremare, imprecare, chiacchierare, guaiolare, assordarci l’orecchio di lamentazioni, e che cessano di annoiare e di annoiarsi quando prendono la nobile risoluzione del fuge rumores, e vanno allegramente diportandosi pe’ golfi di Napoli e di Salerno; non è Pio IX, le cui magnanime geste sono una visita alla Basilica Lateranense ed al Collegio romano, e la famosa fuga sotto la protezione dell’Arcangelo e di madama Spaur, con un’intramessa di orazioni e di picchiate di petto. Che hanno di comune queste sconciature, questi caratteri vuoti ed oziosi con le figure eroiche del padre Cristoforo e del Cardinal Borromeo; con quella viva fede, che può render sublime anche una donnicciuola, anche Lucia? Il Manzoni non fa un libello politico, ma un’opera di coscienza; non è costretto a coprir questo, a palliar quest’altro; non è costretto ad intromettere a quando a quando le parole «libertá», «patria», «Italia», come una specie di passaporto per dar luogo a tutto il resto. La religione ridotta a vacua forma cadde sotto il sarcasmo e