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«l’ebreo di verona» del padre bresciani 55

gliono far dello spirito. Di questo spirito a buon mercato è dovizioso il padre Bresciani; il quale, in luogo di studiare profondamente nella plebe questa contraddizione tra il fatto e l’idea, e farne scintillar fuori il comico in una situazione, in un’azione, in un carattere, in un motto, osservatore superficiale, è andato raccogliendo nel suo taccuino tutti gli equivoci, gli spropositi, gli storpiamenti dei trivii, e ce ne ha fatto un prezioso regalo. È il di della votazione: un acquavitaro si sente atterrare in petto: «Ferma: hai votato? — Ho votato pochino sinora; vedete le bottiglie si poco sceme... — Goffo! dico se hai votato per la Costituente? — La Consistente non la conosco, né l’ho veduta mai — ». Quante volte si è riso per le vie, ne’ caffè, di queste storpiature! Se ne parla per una giornata, poi si dimenticano. É proprio degli sciocchi intrattenere piacevolmente le brigate con queste asinerie, spropositi di geografía, strafalcioni di storia, trascorsi di lingua; ed è proprio di altri sciocchi rimanerne a bocca aperta, e dire di qualche plebeo buffone: — Gli è un uomo di spirito costui! Gli è un uomo di spirito il padre Bresciani! — Anzi non di rado incontra, che, passando di bocca in bocca alcuno di questi qui pro quo, ciascuno vi appicca alcun che, e, a poco a poco, n’esce un fatterello, un aneddoto spiritoso, materia grezza lavorata e trasfigurata da un artista collettivo; laddove il Bresciani ignora anche la volgare arte di bene apparecchiare un motto, si ch’ei ti colga quando il riso è irresistibile.

Questo contrasto tra la forma e l’idea, l’autore ce lo rappresenta ancora nella gente colta, e con la stessa felicitá! I discorsi ch’egli pone in bocca a questa gente sono concetti estremi accozzati senza legame e senza gradazione, ed espressi in una forma ampollosa. Udite Polissena: «Oh, amica, chi non sente scorrersi nelle vene un sangue italiano, non è degno di respirare queste aure vitali, che animavano i primi Pelasgi. Vedi Alba, vedi Cori, Ardea, Laurento e la prossima Arida: in quegli Opici, Ausoni, Rutuli, Aurunci ci bolliva in petto un’anima altera di si gran patria». Udite Gavazzi: «Romani, figli di eroi, sangue troiano, marciate audaci incontro a un nemico che fugge al