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«satana e le grazie» di g. prati 77

ma a patto che quelle forme divenute vacue e libere sieno da lui riempiute di un nuovo contenuto, sieno ricreate. E cosí il Minos ed il Cerbero di Dante non sono una imitazione letteraria del Minos e del Cerbero classico, ma una seconda creazione. Ora questo nuovo contenuto non dee essere giá un concetto astratto, una veritá morale; poiché la poesia non è spiegazione, ma rappresentazione della natura, e dee ritrarmela com’ella è, mobile e viva, e non come concetto e pensiero. Se il nuovo contenuto è un’astrazione, quelle forme rimangono fuori di essa, e sono semplici allegorie, segni esteriori, caratteri algebraici di un concetto che non è in loro. Il contenuto dee essere forza intima, vita ed anima, che riempia di sé quelle forme; e se pur volete chiamarlo concetto, sia pure, non disputiamo di parole; ma sia il concetto vivente, com’è il concetto di Dio nella natura, e come dev’essere il concetto dell’artista nelle sue rappresentazioni, ne abbia o non ne abbia coscienza. Se il concetto rimane nella sua purezza o astrazione, la forma in cui lo simboleggiate è una personificazione, non una persona; è l’idea, non l’ideale; è la teologia, non è Beatrice. Ora le potenze soprannaturali o mitologiche nell’arte moderna non sono questo o quel concetto filosofico, ma le stesse forze della natura e dell’uomo estrinsecate e fatte persone. Vi è stato un tempo che l’arte moderna ha disdegnato questi mezzi, e si è contentata di rappresentarci le passioni ed i caratteri nella loro realtá terrestre, sprezzando il Deus ex machina di Orazio. Oggi gli artisti si sono messi per due diversi indirizzi. Alcuni seguono per la stessa via, e, vaghi di novitá in un campo esausto, mancano di semplicitá e di naturalezza, portando le passioni fino all’ultimo raffinamento; e li vedi scendere negl’infimi ordini della societá, e correre Africa ed America in cerca di altri orizzonti e di altre impressioni. Alcuni, stanchi di questo subbiettivismo, sentono il bisogno che la poesia riabbia una mitologia, e quelle passioni rappresentano al di fuori, giovandosi a quest’effetto di tutte le antiche finzioni. Goethe compendia in sé questi due indirizzi: cominciò col Werther e terminò col Faust. La mitologia di Goethe ha in sé un contenuto moderno; Mefistofele non esce dall’umano, ed Elena