Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/142

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136 saggi critici

sarebbe Dio; ina quando gli viene in capo di dire: — Voglio vivere — , diventa Satana. La vita è opera demoniaca.

A. Veggo che questo «Wille» dee essere un asino, un buffone ed un briccone; oh, si che avevo ragione quando dissi che la vera idea del mondo, colui che lo governa, è Campagna; più’ ci accostiamo a questo tipo, e piú ci accostiamo alla veritá.

D. Il «Wille» è essenzialmente asino finché non produce il cervello.

A. E come tutt’a un tratto diviene dottore? Voglio dire: se non ha conoscenza, come può produrre la conoscenza?

D. Da padre asino non può nascere un figlio dotto?

A. Lasciamo lo scherzo. Perché?

D. Perché vuole. Il «Wille» può tutto, e quando vuol conoscere, ti forma un cervello. Non l’ho io detto che il «Wille» ama la vita? E finché vuol vivere come pietra o come pianta, non gli viene in capo il cervello, perché può farne senza. Ma quando gli si presenta l’idea dell’animale, e dice: — Voglio essere un animale — , ti forma il cervello, essendo l’intelletto, come ti ho detto, necessario alla vita animale. Ed il «Wille» maritato all’intelletto è quello che dicesi comunemente anima.

A. Un intelletto che nasce da un «Wille» inintelligente è un miracolone piú grosso che quello di san Gennaro.

D. Non piú grande che quello che trovi ne’ fatti piú ordinarii. Una pietra che cade in virtú della legge di gravitá è un miracolo cosí grosso, come che l’uomo pensi. Tutti questi miracoli li fa il «Wille» perché vuole cosí.

A. Cioè a dire, che se la pietra cade, gli è che vuol cadere?

D. Certamente.

A. E s’io ti gittassi dalla finestra, vorresti andar giú a fracassarti il cranio?

D. Io sono un essere complesso. Il mio corpo vorrebbe, perché sottoposto anche lui alla legge di gravitá.

A. Avevo creduto finora che nella vita inorganica il movimento venga dal di fuori; e che se, per esempio, la pietra cade, gli è perché io le do la spinta...

D. Non solo, ma perché ella è pietra e non uccello. Cade