Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/144

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138 saggi critici

pagliuzze e si costruisce il nido. L’uccello non sa neppure a qual uso è destinato il nido. Fa tutto questo non perché lo pensa, ma perché lo vuole.

A. È un giochetto di parole. Manca la coscienza, non l’intelligenza. Non basta volere, bisogna sapere, con coscienza o no, poco importa. Il tuo «Wille», se è cieco, può volere quanto gli piace, che non sará buono a nulla, neppure a formare la pietra. In ogni formazione si suppone convenienza di mezzi col fine; e questo è opera dell’intelligenza. Un «Wille» cieco che ti forma il mondo! Il volere, mio caro, non basta; ci vuole il sapere. Voglio andare a Parigi, e, se non so la via e ci giungo, sará per caso: ma tra le cento, novantanove volte non ci giungerò.

D. Ma il «Wille» è cieco non perché sia propriamente un asino, ma perché non si può dire che pensi e rifletta; opera senza coscienza.

A. Ma chi ti ha detto che l’idea opera con coscienza, e pensi e rifletta? Sappiamo che la Natura opera spontaneamente e inconsapevolmente; se ne dee cavar per conseguenza che operi irragionevolmente? E quando Hegel vede l’idea nella pietra, credi tu che l’idea la rifletta e pensi? Se il «Wille» fa quello che si richiede allo scopo propostosi, è un essere ragionevole, è l’idea. Non m’interrompere. Qui non c’è a rispondere altro che un: — Pensa a Campagna! — .

D. Se vuoi vedere qual differenza corra tra il «Wille» e l’idea, pon mente alle conseguenze. Dall’idea nasce un mondo irragionevole, e perciò pessimo.

A. Il che non prova che il «Wille» non sia un’idea: prova solo che sia un briccone. Chi vuole una cosa cattiva e vi adopera i mezzi, lo chiamiamo malvagio, ma non irragionevole.

D. La vita per l’idea è il suo medesimo svolgersi progressivo secondo le sue leggi costitutive. Per il «Wille» la vita è un peccato; maledetto il momento che dice: — Io voglio vivere! — . Vivendo, cessa di esser libero, s’imprigiona nello spazio e nel tempo, entra nella catena delle cause e degli effetti, diviene un individuo, si condanna al dolore ed alla miseria,