Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/150

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144 saggi critici


D. Sicuro.

A. Comincia a venirmi il capogiro.

D. Anzi è questa la base della morale. Quando saremo persuasi che in tu ti è un solo e medesimo «Wille», ci sentiremo fratelli, attirati l’uno verso l’altro da reciproca simpatia. E poiché lo stesso «Wille» è pure negli animali, anzi nelle universe cose, ci si accenderá nel cuore una simpatia universale...1.

A. Anche per l’asino...

D. Nostro fratello, come tutto il resto. La qual simpatia diventerá una profonda compassione quando penseremo che tutti per colpa del «Wille» siamo infelici, tutti condannati irremissibilmente al dolore. Ed in luogo di farci guerra l’un l’altro, ci compatiremo a vicenda e ce la prenderemo con l’empia Natura che ci ha fatto cosí.

A. Come dice Leopardi.

D. Bene osservato. Per Leopardi il principio etico o morale è la compassione...

A. Anche verso i birbanti!

D. Sicuro, anzi un po’ più di compassione ancora, perché non sono loro i colpevoli, ma l’empia Natura; non possono fare altrimenti di quello che fanno; e sono da compiangere come i malati ed i pazzi. Se gli uomini si guardassero a questo modo, non ci sarebbe piú né invidia, né sdegno, né gelosia, né ambizione, né odio; il vocabolario sarebbe ridotto ad una sola parola, la compassione.

A. Veggo un giovine ricco, pieno d’ingegno e di dottrina, amato dalle donne, onorato, festeggiato; e gli dovrei dire: — Ho compassione di te! — . Mi sfiderebbe a duello, credendo mi beffi di lui.

D. E sarebbe uno stupido. Ma se avesse un dito di cervello avrebbe compassione di sé e di te e di tutti gli altri. Il piacere è negativo, incapace di soddisfare il «Wille» infinito; ed attendi, e di sotto i piú desiderati piaceri vedrai scaturire



  1. Die beiden Grundprobleme der Ethik, p. 212.