Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/156

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ché s’affá alla sua natura. Ma noi siamo veramente buffoni, quando ci poniamo addosso il frak inglese. Una delle piú stupide istituzioni è quella de’ giurati, perché nelle grossolane teste del volgo non può entrare che un «calculus probabtlium», e non sa distinguere verosimiglianza da certezza, e pensa sempre alla bottega ed a’ figli. Lo lodano d’imparzialitá; imparziale il «malignum vulgus»! La libertá della stampa può esser tenuta come una valvola di sicurezza contro le rivoluzioni, vero sfogatoio dei mali umori; ma d’altra parte è come la libertá di vender veleno. Perché tutti gli spropositi che si stampano, si imprimono facilmente nel cervello de’ gonzi; e di che non è capace uno sciocco quando si è fitta una cosa in capo?

A. Cari giurati, cara libertá della stampa, cara costituzione, vi fo un addio. Mi sento i peli piú tranquilli sul mento. Ma ci resta la patria, la nazionalitá, che è qualcosa di peggio. Non ci avevo pensato.

D. Ma ci ha pensato Schopenhauer. Il «Wille» esiste solo negl’individui; patria, popolo, umanitá, nazionalitá sono astrazioni, concetti vuoti. Pensano altrimenti gli spinosisti moderni, e sopra tutti quel corrompiteste di Hegel, la cui mediocritá avrebbero potuto i tedeschi legger nella volgaritá della sua fronte, se avessero studiato la scienza della fisonomia; la natura aveva scritto sulla sua faccia: uomo ordinario1. Ora, costui e con esso i ciarlatani moderni sostengono che ultimo scopo dell’esistenza è la famiglia e la patria; che il mondo è ordinato armonicamente secondo leggi prestabilite; che la storia è perciò una scienza, ed i fatti de’ popoli e non quelli de’ singoli individui hanno un interesse filosofico. Se avessero letto Schopenhauer, avrebbero veduto che solo i fatti dell’individuo hanno unitá, moralitá, significato e realtá, perché il «Wille» solo è cosa in sé. Il moltiplice è apparenza, i popoli e la loro vita sono astrazioni, come nella natura è astrazione il genere; e perché solo l’individuo, non l’umanitá, ha reale unitá, la storia dell’umanitá è una finzione. I fatti storici sono il lungo e con



  1. Parerga und Paralipomena, cap. XXIX.