Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/157

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schopenhauer e leopardi 151

fuso sogno dell’umanitá; e volerli spiegare seriamente ti fa simile a colui che vede nelle figure delle nuvole gruppi d’uomini e d’animali1. La storia dunque non è scienza, ma un accozzamento di fatti arbitrarii, dove ci può essere coordinazione, non subordinazione. Ed ha piú interesse una biografia che tutta la storia della umanitá; perché lá trovi la eterna pagina del «Wille», egoismo, odio, amore, timore, coraggio, leggerezza, stupidezza, scaltrezza, spirito, genio; e nella storia trovi un preteso spirito del mondo, una pura larva, fatti labili e senza significato, usciti spesso dalle piú futili cause, come nuvole agitate da’ venti. Gli sciocchi, mal contenti dell’oggi, confidano nel dimani; e non veggono che il tempo è un fenomeno; che l’avvenire è simile al passato; che niente accade di nuovo sotto il sole; che la superficie muta, ed il fondo rimane lo stesso; e che il mondo rassomiglia a certe commedie italiane, dove, sotto diversi intrecci di fatti, trovi che Pantalone è sempre Pantalone, e Colombina è sempre Colombina. Poniamo pure che un progresso intellettuale ci sia; non perciò gli uomini saranno mutati; e né istruzione, né educazione varranno a renderli men cattivi e meno infelici; il progresso morale è un sogno.

A. Chiudiamo dunque le universitá e le scuole, ed aboliamo tutte le storie.

D. Non dico questo. La storia non è del tutto inutile, perché un popolo che non conosce la propria storia è come un uomo che non abbia memoria della vita passata, legato al presente come un animale.

A. Ma nell’individuo c’è il «Wille»; il «Wille» ti dá il carattere; e il carattere ti dá la necessitá e la subordinazione de’ fatti. Il popolo è una finzione poetica; non ci è il «Wille», non ci è carattere; la sua storia è un ammasso di nuvole a diverse figure; e non so che partito se ne può cavare.

D. Un tantino d’esperienza sempre se ne cava. Una donnicciuola che ha fatto sperimento di una medicina in un caso, dove se ne ricordi, può farne uso in un caso simile.



  1. Die Welt als Wille und Vorstellung, XI, 422.