Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/159

Da Wikisource.

schopenhauer e leopardi 153

var questa: e si che ne ha trovate tante. E che razza di mondo è dunque cotesto? La patria è un’astrazione; l’umanitá è una finzione; la storia è un giochetto di nuvole; l’individuo è condannato immedicabilmente al dolore ed alla noia. Perché viviamo dunque? uccidiamoci. Bella, adorabile, pietosa morte.

                                    Chiudi alla luce ornai
Questi occhi tristi, o dell’etá reina.
                              

D. Leopardi si è troppo affrettato a tirar la conseguenza. Schopenhauer da questo inferno, che chiamasi vita, ha saputo cavar fuori il paradiso : e qui è veramente che spicca un volo d’aquila.

A. Sfido Schopenhauer a tirare altra conseguenza che il suicidio.

D. Valga. Senti ed impara. Gl’ indiani ed i cristiani hanno trovata la vera medicina. Bisogna morire, ma senza cessar di vivere.

A. Che è il mezzo piú comodo a .contentare la vita e la morte.

D. Il «Wille» desidera di vivere, corre sempre alla vita; la vita è il suo eterno presente. E vivere significa abbandonarsi alla satisfazione di tutt’ i desiderii ed i bisogni. Dapprima opera come cieco stimolo, senza conoscenza, e dice : — Voglio vivere — . Poi si dá un cervello dotato d’ intelletto, riconosce sé stesso nella immagine cosmica, e dice ancora : — Voglio vivere — . Nell’uomo si dá non solo un intelletto, come negli animali, ma una ragione; e dice sempre: — Voglio vivere — . E come la vita, cioè a dire la satisfazione de’ bisogni e de’ desiderii, gli è piú difficile nella forma d uomo, si è costruito un cervello piú artificioso, si che l’intelletto è piú acuto e rapido, e vi ha aggiunta la ragione, la facoltá dell’assoluto secondo i tre ciarlatani, e che in sostanza è stata dal «Wille» messa in compagnia dell’ intelletto per i suoi bisogni. Perché 1’ intelletto provvede solo al presente; laddove la ragione, facoltá dei concetti, astrae, generalizza, coordina, subordina, lega il presente al