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154 saggi critici

passato e predice l’avvenire. Armato di queste due arme potentissime, il «Wille» sotto forma d’uomo s’abbandona al piacere di vivere; ed è qui la fonte della sua infelicitá: perché di desiderio pullula desiderio, bisogno genera bisogno, e non ci è verso che si appaghi e vive agitato.

A. Bisogna trovargli un calmante.

D. E questo sedativo glielo dá la ragione. Perché, fatta dolorosa esperienza della vita, in qualche uomo di giudizio la ragione parla cosí : — Non t’accorgi che gli individui sono sogni fuggevoli, che tutto passa, che il piacere è un’apparenza, che il voglio vivere, l’amore della vita è la radice de’ tuoi mali? — . E non puoi uscirne altrimenti che facendo guerra al «Wille», cioè a’ desiderii, alle passioni, considerando tutte le cose a cui gli uomini tengon dietro, piaceri, onori, ricchezze, come vuoti fantasmi, uccidendo in te la volontá di vivere o di godere. «Sustine et abstine» : segui questo principio, e ricovererai la pace dell’anima.

A. La pace della sepoltura.

D. Capisci ora cosa vuol dir morire senza cessar di vivere. Vivi, ma rinunziando a’ godimenti della vita, come cosa vana; il che è dato di fare solo all’uomo fornito di ragione. Gli animali e tutte le cose vogliono vivere; tu solo ti puoi mettere al di sopra della vita; perché, fatto esperto dalla ragione, che non si arresta agl’ individui, ma con la memoria del passato e l’anticipazione dell’avvenire ti dá come in uno specchio la conoscenza universale, puoi farti questa domanda : — A che serve la vita? e da tanto affannarsi e correrle appresso qual guadagno se ne cava? «le jeu vaut-il bien la chandelle?». E quando ti persuaderai che la vita non vale la pena che un galantuomo si dá per lei... — .

A. Cosa farò?

D. Ucciderai il «Wille» che t’alletta alla vita.

A. Cioè il «Wille» uccide sé stesso.

D. Certo. Il «Wille» si afferma e si nega, come libero ed onnipotente. Per mezzo della ragione arriva alla sua negazione. E come l’atto generativo è il centro del «Wille» quando vuol