Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/294

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288 saggi critici

su tutti gli ostacoli e le vicissitudini. Questo concetto del virile è la Musa del sublime dantesco, nel suo lato negativo e positivo, come nei seguenti motti:

                          .     .     .     .     .     .     .     .     .     Guarda e passa.

.     .     .     .     .     .     Sciaurati che mai non fur vivi.

.     .     .     .     .     .     Voler ciò udire è bassa voglia.

E per dolor non par lacrime spanda.

L’esilio che m’è dato, onor mi tegno.


.     .     .     .     .     .     .     .     Alma sdegnosa,

Benedetta colei che in te s’incinse.

E cortesia fu lui esser villano.
                    
Questo concetto lampeggia pure in quella meravigliosa rappresentazione del viaggio di Ulisse, presentimento di Colombo, lá dov’egli dice a’ suoi:
                                    Considerate la vostra semenza:
Fatti non foste a viver come bruti,
Ma per seguir virtute e conoscenza.
                         
dove dice di Bruto:
                         

Vedi come si storce e non fa motto.

                         
E a questo concetto appartengono tre alte creazioni della Commedia, la Fortuna, il Capaneo e il Farinata. Nella Fortuna la forza non è ancora libertá, non è ancora uomo, ma è natura o necessitá vuota di passione e di lotta, perciò tra le imprecazioni degli uomini immutabilmente beata e serena:
                                    Ma ella s’è beata, e ciò non ode:
Con le altre prime creature lieta
Volve sua sfera e beata si gode.