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322 saggi critici


E a Dante e al suo sdegno contro i principati ecclesiastici contrapponete le fredde parole di Machiavelli sui principi ecclesiastici:

Costoro soli hanno Stati e non gli difendono, hanno sudditi e non gli governano; e gli Stati, per essere indifesi, non sono loro tolti, e li sudditi, per non essere governati, non se ne curano, né pensano se possono alienarsi da loro. Solo dunque questi principati sono sicuri e felici. Ma essendo quelli retti da cagioni superiori, alle quali la mente umana non aggiugne, lascerò il parlarne; perché, essendo esaltati e mantenuti da Dio, sarebbe ufficio d’uomo presuntuoso e temerario il discorrerne.

Altro tratto mirabile d’ ironia. Egli, analizzando e definendo, esclude gli Stati ecclesiastici dal mondo della scienza, e li manda con Dio!

Savonarola vuol correggere la base. Machiavelli vuol cambiarla. Il primo vuol restaurare, il secondo far opera di creazione.

Alla creazione precede la distruzione. Non è facile raccogliere e riassumere il pensiero di Machiavelli su questo punto; giacché egli non ha certo scritto un libro semplice col titolo semplice di «Confutazione del Medio evo» o di «Riforma de’ tempi moderni». Vediamo il suo atteggiamento rispetto ai fatti, ai sentimenti, alle idee del Medio evo: fatti, sentimenti ed idee sono gli elementi costitutivi di ogni civiltá.

Era caduto del tutto il ghibellinismo, e Machiavelli non perdé il tempo a combattere i ghibellini, ossia i morti. Che non avesse simpatia per essi si può vedere dal suo giudizio su Cesare, l’eroe prediletto dei ghibellini. Dei quali sopravvivevano avanzi e rimasugli, gli avventurieri usurpatori delle libertá dei Comuni, e i gentiluomini.

Contro gli uni e gli altri si esprime nettamente e fortemente Machiavelli. Egli non ha nemmeno l’idea che con simili elementi si possa formare una nuova feudalitá e instaurare la