Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/329

Da Wikisource.

machiavelli 323

monarchia; anzi giunge ad invocare la mano ferrea del dispotismo perché ne purghi l’Italia. Ecco quello che dice dei gentiluomini :

Gentiluomini sono chiamati quelli che ociosi vivono dei proventi delle loro possessioni abbondantemente, senza avere alcuna cura o di coltivare o di alcun’altra necessaria fatica a vivere. Questi tali sono perniciosi in ogni repubblica ed in ogni provincia; ma piú perniciosi sono quelli che, oltre alle predette fortune, comandano a castella, ed hanno sudditi che ubbediscono a loro. Di queste due sorti di uomini ne sono pieni il regno di Napoli, terra di Roma, la Romagna e la Lombardia. Di qui nasce che in quelle provincie non è stata mai alcuna repubblica né alcuno vivere politico; perché tali generazioni di uomini sono al tutto nemici d’ogni civiltá.

E degli avventurieri parla in terribili parole; essi «hanno condotta Italia schiava e vituperata».

Quale è poi l’atteggiamento di Machiavelli rispetto all’altra formazione medievale, al Comune? Si soleva prima annettere l’idea di liberta al Comune, e di servitú al principato. Machiavelli non approva il tacitiano: «duas res dissociabiles, principatum ac libertatem». Egli dice che quando la forma di governo è tutta Comune o tutta principato, non può essere stabile; e mostra come ogni Comune nella sua storia sia andato dalla liberta a finire nella licenza e nell’oligarchia, ed ogni principato sia riuscito a dispotismo : onde vagheggia una certa contemperanza tra i due reggimenti.

Per Machiavelli, dunque, il Comune cessa di essere il solo simbolo della libertá. Un altro suo concetto è che non vi ha una forma assoluta che possa applicarsi ad ogni sorta di materia. A nuove condizioni nuove forme, come il contemperamento di principato è comune nella forma del principato civile.

Egualmente entra in lotta coi sentimenti medievali, con la esagerazione delle forme, ch’egli distrugge col suo comico riso. Non sente gioia maggiore che di poter squarciare quegl’involucri ch’egli chiama «trattenimenti del volgo», e cercarvi